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Il Forte sul Fiume

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truppe lo spingeva a non risparmiarsi. Artù non si sarebbe più dato<br />

pace finché non avesse avuto la certezza che anche lui, un giorno,<br />

alla guida dei suoi uomini, avrebbe offerto uno spettacolo<br />

altrettanto impressionante. Io fui felice di quel rinnovato entusiasmo<br />

e ne approfittai per spingere il ragazzo ancora più vicino ai limiti<br />

delle sue possibilità. Mi riempiva di gioia vedere con quale velocità<br />

assorbiva tutto ciò che gli insegnavo, il modo in cui il suo corpo<br />

iniziava ad appesantirsi e la sua forza muscolare ad avvicinarsi a<br />

quella di un uomo fatto.<br />

Mi sorprende, a volte, che la mia memoria abbia conservato così<br />

poche immagini di quel periodo breve, ma intensamente felice. Le<br />

estati e gli inverni si susseguivano con ritmo naturale e spensierato,<br />

in una sorta di idilliaco isolamento. Sicuramente quel compiacimento<br />

per il distacco di Mediobogdum dal mondo, dai suoi pericoli e<br />

affanni, era in parte dovuto alla sensuale novità della presenza di<br />

Tressa nella mia vita. Con questo non voglio dire che la nostra vita<br />

insieme fosse paragonabile a una routine matrimoniale, era tutt'altro,<br />

ma la profonda amicizia, cementata da un'intimità sessuale che non<br />

dovevamo nascondere, favoriva una rara serenità in entrambi.<br />

Certo, anche durante quei bucolici anni nel settentrione ci furono<br />

eventi che mi rimasero impressi nella memoria, ma furono singoli<br />

episodi isolati, brevi interruzioni nel tessuto della nostra vita<br />

quotidiana, molti piacevoli, altri no. Vi furono matrimoni tra i nostri<br />

e la gente di Derek, nacquero bambini, alcuni dei quali - pochi,<br />

grazie alle attenzioni del nostro Lucano - morirono in tenera età.<br />

Una volta un uomo del forte, una recluta giunta da Ravenglass, uscì<br />

dalla porta a nord, una notte, con troppo alcol in corpo e cadde nel<br />

baratro, trascinando con sé i due compagni che avevano pensato,<br />

viste le sue condizioni, di accompagnarlo.<br />

Ambrogio tornò ogni volta che poté, e comunque almeno una<br />

volta l'anno, come fece anche Connor dall'Eire. Ricordo chiaramente<br />

che alla sua terza visita, o forse era la quarta, Ambrogio ci sorprese<br />

tutti annunciando che Camelot aveva dislocato una guarnigione<br />

nella città abbandonata di Lindinis, o <strong>Il</strong>chester, come cominciano a<br />

chiamarla, l'insediamento più vicino a Camelot lungo la grande<br />

strada verso sud che porta a Isca. La notizia scatenò domande e<br />

discussioni interminabili <strong>sul</strong>la opportunità di quell'iniziativa.

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