Il Forte sul Fiume

Dico bene?» Annuii. Si raddrizzò. «Ora ricopriti e ascolta quello che
ho da dirti.» Mentre mi ricomponevo la tunica, lui si avvicinò alla
sedia di fronte alla mia e, presa la coppa, mi si sedette davanti.
«Come sai, conosco i sintomi della malattia che tanto ti spaventa:
la lebbra, l'idea stessa della lebbra. Ho visto i lebbrosi, ho lavorato in
mezzo a loro per molti anni. Credo, ne sono convinto, che il tuo
sintomo non sia una lesione da lebbra. Non so di che si tratta;
potrebbe essere centinaia di altre cose, alcune conosciute, altre
sconosciute. Ne saprò di più quando avrò letto quel documento di
cui ti ho parlato. Credo che si trovi nel baule che consegnai a tua zia
Luceia. Ho scritto ad Ambrogio e gli ho chiesto di cercarlo. Se lo
troverà, mi spedirà l'intero contenuto con il prossimo vascello di
Connor.» Si alzò in piedi e venne a porsi davanti a me, guardandomi
dall'alto in basso. «Le tue paure, amico mio, quelle paure che mi hai
appena confessato, sono infondate. Ascoltami. Se anche quello che
hai dovesse in futuro degenerare in lebbra, sappi che al momento è
del tutto innocuo. Capisci, Caio? Innocuo. Per diffondere il contagio
dovrebbe essere una ferita aperta... spurgare, secernere pus. Non è il
tuo caso.
Non ti ho mai mentito, Caio, e non incomincerò a farlo adesso.
La macchia che hai sulla pelle ha qualche vaga e discutibile
somiglianza con le lesioni da lebbra. La parola chiave è lesioni... al
plurale. Hai soltanto una macchia, ed è rimasta identica da quando è
comparsa più di un anno fa. È mia ferma convinzione, basata su
un'intera vita dedicata allo studio e alla pratica della medicina, che
non ci sia la minima possibilità che tu possa rappresentare una
minaccia di contagio. E questo si riferisce in particolare all'uso delle
terme. Sono stato chiaro?»
«Sì.»
«Ancora più importante: mi credi?»
Riandai alle cose che mi aveva detto, soppesando non soltanto le
sue parole e la sua credibilità ma anche il suo tono e il suo
atteggiamento, e mi sentii sopraffare dal sollievo e dalla gratitudine;
per la contentezza un sorriso mi salì alle labbra e mi si allargò il
petto. Mi osservava attentamente mentre io annuivo con ritrosia
all'inizio e poi con crescente convinzione e riconoscenza.