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Il Forte sul Fiume

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percepivo sentimenti contrastanti di trepidazione ed eccitazione. <strong>Il</strong><br />

ragazzo, che mi precedeva, mi si avvicinò non appena superata la<br />

soglia. Ero contento che fosse lì perché desideravo accompagnarlo<br />

nei suoi pensieri e forse anche vedere le cose con i suoi occhi.<br />

Sentivo alle mie spalle lo scalpiccio dei passi del seguito; mi misi di<br />

lato per lasciarlo passare, mentre con gli occhi rapidamente<br />

esaminavo gli edifici che sorgevano all'interno delle mura. Mi mossi<br />

accompagnato da Artù. Ci avviammo verso la via praetoria, la strada<br />

centrale, fiancheggiata da basse caserme. Erano costruite con pesanti<br />

tronchi di legno, verdi di muschio, forse marci, ma sapevo che non<br />

da lì desideravo cominciare a ispezionare il forte.<br />

Artù mi aveva superato, aveva raggiunto il primo ingresso<br />

dell'edificio <strong>sul</strong>la sinistra, sporgeva la testa nell'oscurità oltre lo spazio<br />

vuoto dove un tempo era stata la porta. Avvicinatomi, lo toccai<br />

<strong>sul</strong>la spalla; mi guardò.<br />

«Attento! Non mettere la testa in luoghi bui senza avere prima<br />

controllato che siano vuoti. Ricorda che questo luogo è<br />

abbandonato da anni. Potrebbero viverci degli orsi.»<br />

«Orsi? Lo credi davvero?» mi chiese spalancando gli occhi.<br />

Non aveva paura, era solo eccitato. Sorridendo scossi la testa. «Ne<br />

dubito, ma per quanto improbabile, potrebbe accadere. È sempre<br />

meglio essere cauti. Ma non da qui voglio iniziare la ricerca. Non<br />

qui, non ora. Andiamo dall'altra parte.»<br />

Lanciò ancora un'occhiata attraverso la soglia.<br />

«<strong>Il</strong> pavimento è di calcestruzzo, Merlino. È sporco, ma è asciutto e<br />

piatto, senza crepe.»<br />

«Sì, guarderemo meglio dopo. Andiamo da questa parte adesso.<br />

Seguiremo le mura.» Lo condussi <strong>sul</strong>la destra e insieme salimmo la<br />

breve rampa che ci portò nello stretto passaggio perimetrale rasente<br />

la base sassosa e ineguale della cinta.<br />

«Che te ne pare? Ti sembra una strada romana?» gli chiesi non<br />

appena l'imboccammo.<br />

Osservò la parete che in quel punto sopravanzava le nostre teste;<br />

con lo sguardo ne seguì lo sviluppo per circa venti passi fino a dove,<br />

abbassandosi, scompariva alla vista prima di risalire e raggiungere

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