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Il Forte sul Fiume

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persone, prima tra queste Artù, che esigevano attenzione e<br />

dedizione. Le loro priorità erano le mie; i loro affanni erano i miei; i<br />

miei doveri riguardavano soltanto loro. Non appena tale pensiero<br />

mi si affacciò alla mente, mi dissi che sempre i doveri riguardano il<br />

prossimo, ma una differenza era chiara e lampante: a Camelot i miei<br />

compiti erano stati rigorosamente strutturati, di natura militare,<br />

definiti con precisione; erano prevedibili, commisurati alla natura<br />

della prestazione e alla qualità del ri<strong>sul</strong>tato: la ricompensa nella<br />

forma di un riconoscimento o di una lode, la spartizione delle<br />

responsabilità, di tanto in tanto il sollievo dal fardello degli impegni<br />

in cambio di un'azione meritoria. Tutto questo era cambiato. Oggi il<br />

peso dei doveri non mi abbandonava mai.<br />

Consapevole che in tal modo non facevo che compiangermi e<br />

commiserarmi, avanzai risolutamente nella cameretta e proprio<br />

mentre afferravo le coperte, qualcuno bussò alla porta.<br />

«Entra, è aperto» gridai e, curioso di sapere chi fosse il visitatore,<br />

allungai il collo. Fui sorpreso di vedere Shelagh che metteva la testa<br />

dentro e mi chiamava.<br />

«Cay? Posso entrare?»<br />

«Certamente, Shelagh. È da molto che bussi?»<br />

<strong>Il</strong> piacere che mi davano il vederla e il sentire la sua voce dissipò<br />

ogni ansia, eppure non mi mossi per raggiungerla nell'altra stanza.<br />

L'occasione di poterla osservare senza essere visto era troppo<br />

preziosa; rimasi quindi a scrutarla attraverso la porta aperta della<br />

camera da letto ancora buia. Avanzò nella stanza, tenendo la mano<br />

<strong>sul</strong>la maniglia e guardandosi intorno; poi non appena i suoi occhi si<br />

posarono <strong>sul</strong>la soglia oltre la quale stavo io nascosto nell'ombra, mi<br />

accorsi che non era sola, che qualcuno le stava alle spalle.<br />

Avanzai sorridendo nel benvenuto a lei e a chi l'accompagnava.<br />

Mi bloccai nel riconoscere la persona che la seguiva. Era Tressa, la<br />

giovane donna che mi aveva sorriso la sera della festa, la donna che<br />

mi aveva turbato con lo sguardo ridente e il seno pieno. Di nuovo<br />

mi trovai davanti quegli occhi che mi fissavano, attenti e spalancati,<br />

quasi in un'espressione di stupore. Mi accorsi che non era impossibile<br />

ignorare il suo seno alto e sodo che tendeva la stoffa dell'abito.<br />

Shelagh non si accorse di quello scambio di sguardi. Provavo

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