Il Forte sul Fiume

lungimirante, avesse deciso di raccoglierle o ne avesse costruite di
simili, le avesse date alla sua fanteria, organizzando gli uomini in una
schiera compatta come un muro? Pensaci! Un muro di guerrieri,
spalla a spalla, con le sarisse capovolte, cioè l'estremità posteriore
saldamente conficcata nel terreno e la punta in alto, inclinate contro
i cavalieri lanciati alla carica?»
A quelle parole che rivelavano una strabiliante intuizione
strategica seguì un silenzio che si protrasse a lungo. Ambrogio e io
eravamo attoniti cercando di figurarci quello che il ragazzo aveva
descritto: l'utilizzo di un'arma che nessuno in sette secoli aveva
immaginato. La cavalleria di Alessandro aveva conquistato il mondo,
ma se fosse vissuto allora, Artù avrebbe escogitato il sistema per
sopraffare il grande generale macedone. Trovandosi ad affrontare
truppe disciplinate che usavano le loro stesse armi, i cavalieri di
Alessandro sarebbero stati impotenti e avrebbero conosciuto la
sconfitta. Era quello un concetto che nessuno studioso in tanti secoli
aveva elaborato; l'intuizione era venuta, senza l'aiuto di alcuno, a un
ragazzo, in timida attesa che i suoi due imponenti zii gliela
mettessero in ridicolo.
Rimasi a fissare le fiamme così a lungo che cominciarono a
lacrimarmi gli occhi; Ambrogio dopo qualche attimo si avvicinò
incerto alla tavola sulla quale erano posate le brocche di birra e
idromele. Immerso nei suoi pensieri, si riempì un boccale che tenne
stretto in mano, senza portarlo alle labbra, prima di rivolgersi ancora
al ragazzo.
«A Camelot usiamo la tecnica di Alessandro.»
«Sì, zio, ma non la sarissa. Le nostre lance sono più corte, adatte a
un uomo in sella, ma non così lunghe da poter essere usate contro di
lui da un fante nel modo che ti ho detto.»
«Sì, ma hai espresso in parole la tua idea e una volta che ciò
accade, la voce si sparge. Hai detto che io ho trovato la soluzione.
Se l'ho fatto, è stato inconsapevolmente. Qua! è?»
«I nostri arcieri, naturalmente! Se i nemici dovessero usare le lance
contro la nostra cavalleria, dovrebbero assieparsi in una fitta schiera,
un muro umano; gli uomini non si limiterebbero a reggere la lancia
ma dovrebbero imbracciarla, e ciò li metterebbe alla mercé dei nostri