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Il Forte sul Fiume

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partenza, i miei pensieri andavano in due direzioni: gran parte della<br />

mia attenzione si volgeva a organizzare il corteo dei quattro carri,<br />

vuoti nell'andata e ora traboccanti <strong>sul</strong>la via del ritorno. A contrastare<br />

la necessità di concentrarmi sui preparativi era il bisogno, di pari se<br />

non più forte intensità, di riflettere <strong>sul</strong>la breve discussione<br />

intervenuta circa un'ora prima con Lucano. Non mi ero ancora<br />

adattato alla notizia che mi aveva dato, e mentre me ne stavo in<br />

sella a Germanico, mi sentii pervadere da un'ondata di vertigini che<br />

mi avrebbe fatto cadere al suolo, se non mi fossi stretto alla sella e<br />

non avessi tirato qualche sospiro profondo.<br />

Lucano mi si era avvicinato mentre nella cucina di Derek rompevo<br />

il digiuno con un piatto di cereali: frumento e avena bolliti misti a<br />

latte e miele. Restituitomi il cenno di saluto e spalmato su una fetta<br />

di pane appena tolto dal forno un po' di miele denso, mi si era<br />

seduto di fronte e per qualche attimo eravamo rimasti entrambi in<br />

silenzio, tutti presi dal cibo. Alla fine Lucano si era appoggiato allo<br />

schienale della sedia, si era sfregato le mani e, levatosi con la punta<br />

del mignolo una goccia di miele che gli si era attaccata all'angolo<br />

della bocca, era rimasto a fissarmi muto finché non mi ero sentito a<br />

disagio, percependo che aveva qualcosa di importante da dirmi.<br />

«Che cos'è?»<br />

«Si tratta della macchia che hai <strong>sul</strong> petto.»<br />

Mi si era stretto lo stomaco e mi era venuta la pelle d'oca.<br />

«Che cosa hai scoperto?»<br />

«Quello che ho sempre pensato, un difetto della pelle,<br />

sicuramente innocuo.»<br />

«Hai letto il rotolo che viene da Camelot?»<br />

«Sì, non conteneva niente di nuovo... niente che possa<br />

confermare le tue paure. È una macchia cutanea, non una lesione e,<br />

a mio avviso, non ha niente a che fare con la lebbra.»<br />

Mi ero sentito rombare le orecchie e la stanza aveva preso a<br />

vorticarmi intorno tanto che mi ero aggrappato al bordo della<br />

tavola, respirando a fondo. Lucano mi aveva fissato, un lieve sorriso<br />

<strong>sul</strong>le labbra. Non appena riprese le forze, con il respiro che era<br />

tornato regolare, mi ero levato con un ultimo sospiro. <strong>Il</strong> suo sorriso

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