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Il Forte sul Fiume

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curiosità, non appena raggiunta la strada, spronai Germanico ad<br />

andare a destra, in direzione del passo.<br />

Sapevo che i ragazzi ci andavano spesso, soprattutto d'inverno,<br />

quando potevano usare le slitte. Quanto a me, dopo essermi spinto<br />

fino al valico <strong>sul</strong> finire dell'autunno, prima delle nevicate, non ci ero<br />

più tornato. Mi ero dimenticato come fosse erta la salita. Per<br />

avanzare, Germanico si spingeva facendo forza a ogni passo mentre<br />

gli zoccoli scivolavano <strong>sul</strong>la superficie dura e acciottolata del manto<br />

stradale, lottando a ogni curva per procedere di poco <strong>sul</strong> tornante.<br />

Mi sorpresi a immaginare la fatica e le sofferenze dei legionari e dei<br />

conducenti dei pesanti carri trainati dai muli e dai buoi che, arrivati<br />

in cima, si sarebbero trovati davanti a un'impresa ancora più ardua<br />

nella discesa <strong>sul</strong>l'altro versante del valico.<br />

Giunto <strong>sul</strong>la sommità del crinale, protetto ora contro il vento<br />

dalle rocce svettanti <strong>sul</strong>la mia sinistra, tirai le redini e, spinto dalla<br />

pietà per il cavallo, smontai per percorrere a piedi il tratto che<br />

restava. <strong>Il</strong> pony che aveva attratto la mia attenzione era lì vicino,<br />

legato con le redini a una pesante pietra. Lo riconobbi subito per<br />

Primo, la cavalcatura di Artù. Le zampe, la coda e il ventre chiazzati<br />

di fango indicavano che aveva percorso un terreno difficile. Non<br />

c'era la minima traccia del ragazzo.<br />

«Merlino, che cosa fai? Che cosa cerchi?»<br />

Levai la testa e scorsi Artù Pendragon che mi fissava dall'alto di<br />

una roccia <strong>sul</strong>la sinistra.<br />

«Sono venuto a cercarti perché ho visto il tuo pony. Che cosa stai<br />

facendo?»<br />

«Niente.» Flettendo le ginocchia cominciò a scendere, tenendosi in<br />

equilibrio con le braccia allargate.<br />

Mi girai per tornare dove aspettava Germanico che con un<br />

sommesso nitrito mi appoggiò il muso <strong>sul</strong>la spalla. Guardandomi<br />

intorno vidi il forte sotto di noi, imprendibile e all'apparenza<br />

disabitato, cosa che non corrispondeva alla realtà. Dalle terme si<br />

levava, come sempre, il fumo della fornace che si raggrumava in una<br />

nuvoletta prima di disperdersi nel vento.<br />

Ci fu un piccolo tonfo quando Artù saltò <strong>sul</strong>la strada e, non

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