Il Forte sul Fiume

volse di nuovo a me. «Ne parlerò al signore, a Derek, come di un
incidente marginale, al limite della legalità. Un alterco più che uno
scontro. Ma sappi che chiudo un occhio. Per tua fortuna non ci sono
stati danni nel mercato. Inoltre, hai il privilegio del prestigio. Ma
ascoltami bene: non voglio altra feccia. Comportati con correttezza
a Ravenglass d'ora innanzi, oppure ne subirai le conseguenze. E
adesso, via di qui.»
Lanciai un'occhiata ai tre. «E loro...?»
«Ci penseremo noi. Passeranno la notte in prigione. Su,
muovetevi!»
Mi allontanai zoppicando dietro a Donuil. Nessuno di noi due
aprì bocca finché non avemmo attraversato il fossato sulla sommità
della salita, da dove potevamo vedere la piazza del mercato.
Fu Donuil a rompere il silenzio. «Come ti senti?»
«In castigo, come uno scolaretto redarguito dal maestro.»
«Mi riferivo ai dolori e all'indolenzimento.»
«Il dolore è uniforme e mi pervade tutto. Mi sembra di essere
stato in guerra.»
«Lo sei stato e si vede» disse sorridendo. «Non credo di avere mai
visto un occhio pesto come il tuo. Riesci ancora a vedere?»
Portai una mano sull'occhio destro, cercando di fissare Donuil con
il sinistro, ma era gonfio e pulsava con fitte dolorose. Scossi la testa.
«Ci conviene cercare Lucano. Quanto alla faccenda con Blundyl,
non pensarci. Ha compiuto il suo dovere e l'ha eseguito con
tolleranza, visto anche che eravamo nel torto. Connor mi ha parlato
di Ravenglass, e mi ha spiegato che qui il divieto di picchiarsi è
rigoroso, come a Camelot. Blundyl ha detto che chiuderà un occhio.
Mi ha sorpreso.»
Non riprendemmo più l'argomento finché non trovammo Lucano
che pulì e medicò i miei graffi. Blundyl ci aveva acquartierati nello
stesso edificio, una costruzione residenziale nella via decumana, sul
retro del complesso amministrativo. Malgrado la mancanza di spazio
cui aveva accennato Derek, eravamo comodamente alloggiati.
Nessuna delle mie ferite era così profonda da richiedere punti di