Il Forte sul Fiume

I ragazzi erano curiosi di sapere che cosa era accaduto la notte
prima, ma Shelagh non aveva raccontato niente. Passai mezz'ora a
riferire quello che mi sembrava giusto dovessero sapere, compresa la
minaccia dell'imminente arrivo della flotta di Liam, previsto per il
giorno successivo. Chiesi loro di promettere solennemente che si
sarebbero comportati bene, senza intralciare i preparativi in corso. Li
affidai quindi a Turga perché andassero a trovare gli zii al lavoro sul
molo. Gwin e Ghilleadh erano figli di Donuil e Shelagh; Bedwyr,
l'ultimo del terzetto che accompagnava Artù dappertutto, era figlio
di Hector e di sua moglie Julia, uccisa pochi mesi prima quando si
era attentato alla vita di Artù.
«Che cosa fate voi due?» chiese Donuil che si era avvicinato senza
che né io né Shelagh ce ne fossimo accorti.
«Abbiamo cercato l'uomo dalla tunica gialla.» disse Shelagh «Deve
essere scappato.»
«Scappato dove?»
«Chi lo sa. Lontano da Ravenglass per non farsi riconoscere.»
Donuil guardò me, poi Shelagh. «È importante?»
«Potrebbe esserlo. Che ne pensi?» chiese Shelagh rivolta a me.
«Dimmi quello che ne pensi tu. Questa mattina la tua mente è più
lucida della mia.»
«Una faccenda che non mi piace. Ascoltate e vediamo se il mio
ragionamento vi sembra logico. Ma prima entriamo; sto
congelando.»
Le terme erano calde e asciutte, e ci sedemmo sulle panche di
pietra negli spogliatoi deserti, vicino agli sbocchi delle fornaci.
Shelagh non aveva più aperto bocca in quel frattempo,
evidentemente immersa nei suoi pensieri. Non appena ci fummo
tolti i mantelli, mentre cominciavamo a gustare il piacevole tepore,
riprese l'argomento.
«Ecco quello che mi è venuto in mente. Conosciamo le intenzioni
di Ironhair su Artù e su di te, Caio, e sappiamo quanto possa essere
pericoloso. Per questo ce ne siamo venuti via da Camelot; ignoriamo
chi tra i coloni ci abbia tradito, ma certamente esiste. I traditori