Il Forte sul Fiume

tempesta.» Mi levai sulle staffe e mi volsi a guardare il carro,
immobile dietro di noi, a circa cinquanta passi.
«Artù, Bedwyr! Tornate al carro e assicuratevi che Lars e Longino
lo mettano al riparo e veglino sulle donne. Di corsa!» Mentre
riluttanti i ragazzi si allontanavano, mi rivolsi agli altri. «Non li
perderemo d'occhio, ma restate sulla strada finché non saremo tra
loro e la città. Soltanto allora torneremo indietro e ingaggeremo
battaglia. Se resteranno disordinatamente sparsi come sono adesso,
ci sarà facile sopraffarli. Avanti!»
Nessuno di noi si trovò mai in pericolo. Come avevo previsto, la
vista di cinque uomini pesantemente armati in sella a possenti cavalli
gettò lo sgomento tra quegli sconosciuti allo sbando e spense ogni
ardore che potessero avere in petto. Prima ancora che li
affiancassimo, con ancora una buona metà di un campo tra loro e la
strada sulla quale procedevamo al galoppo, gli uomini esitarono e si
bloccarono, stringendosi insieme e guardandoci a bocca aperta. Il
vento che da ore ci sferzava si placò all'improvviso. Quando fummo
abbastanza vicino, ci fermammo e ordinai a tutti di indossare gli
elmi. Al vederci seduti in sella, intenti con tutta calma a levarci il
cappuccio e indossare l'elmo, cominciarono a retrocedere. Il cavallo
di Rufio si impennò e nitrì: un richiamo impaziente nel silenzio
subentrato al ruggito del vento.
«Che facciamo?» chiese Dedalo con voce che risuonò stranamente
calma e pacata.
«Affianchiamoli senza movimenti frettolosi. Regolate la velocità
sulla mia. Daremo loro il tempo di capire che stiamo avanzando, ma
sappiate che procederemo piano. I cavalli affonderanno nel fango
non appena lasceremo la strada. Teniamoci pronti. Affronteremo
prima il gruppo più consistente, quello dei dodici uomini sulla
destra, poi vireremo a sinistra e attaccheremo il secondo manipolo e
tutti quelli abbastanza stolti da mettersi in mezzo. Se decideranno di
combattere così sia. Se si dessero alla fuga, lasciamoli andare, non
inseguiamoli. Meglio raggiungere Ravenglass senza perdere tempo.»
Sganciai il pesante mazzafrusto di ferro appeso al pomo della sella
e infilai la mano nel laccio di cuoio per afferrare l'impugnatura corta
e grossa, flettendo il polso sotto il peso dell'arma, ben consapevole