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Il Forte sul Fiume

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certamente nessun motivo per riuscirci vicendevolmente simpatici -<br />

eppure eravamo diventati amici stretti. Era l'unica persona al mondo<br />

al quale continuassi a scrivere con una certa regolarità, per non dire<br />

frequenza. Era diventato vescovo, il vescovo di Auxerre in Gallia.<br />

Aveva anche la carica di ex legato dell'esercito imperiale di Onorio e<br />

aveva conquistato vasta fama comandando un intero reparto<br />

dell'esercito nella Renania. Da sempre uomo di profonda fede, una<br />

volta ritiratosi dal servizio militare, aveva sostituito la ferrea<br />

disciplina delle armi con il rigore altrettanto severo della teologia e si<br />

era dedicato alla vita ecclesiastica con la stessa devozione univoca e<br />

lo stesso impegno incondizionato che lo avevano distinto tra i<br />

soldati.<br />

Lo avevo conosciuto quando, in veste di difensore della Chiesa,<br />

era venuto in Britannia mandato dal papa, il vescovo della Santa<br />

Sede di Roma, per partecipare nella città di Verulamium al dibattito,<br />

aperto a chiunque desiderasse prendervi parte, circa gli insegnamenti<br />

di Pelagio, il teologo eretico di nazionalità britannica. Gli erano<br />

avversari nella discussione quasi tutti i vescovi che avevano sposato<br />

la dottrina di Pelagio, il pelagianesimo. Mi ero recato a Verulamium<br />

attraversando l'intera Britannia spinto dalla paura di quello che<br />

sarebbe potuto derivare da quel confronto. Tutta la mia famiglia,<br />

ancora prima che io nascessi, era stata profondamente influenzata da<br />

Alarico, vescovo di Verulamium. Uomo timorato di Dio, esempio<br />

luminoso di virtù e integrità per quanti lo conoscevano, Alarico<br />

dopo molta riflessione si era accostato alla dottrina di Pelagio,<br />

secondo la quale Dio aveva creato l'uomo a propria immagine e gli<br />

aveva trasmesso una particella della propria essenza divina. Alarico<br />

aveva insegnato al suo gregge, e naturalmente ai suoi amici e<br />

compagni di fede, che ogni individuo aveva la possibilità di<br />

comunicare con Dio personalmente tramite la scintilla divina che<br />

convogliava la preghiera dall'animo del singolo all'orecchio del<br />

creatore.<br />

La tragedia per Pelagio e i suoi seguaci, compreso il vescovo<br />

Alarico, che naturalmente non poteva immaginare quali furori<br />

sarebbero esplosi dopo la sua morte, era stata che quella dottrina in<br />

ultima istanza negava la necessità della presenza degli uomini di<br />

Chiesa quali intermediari tra l'individuo e Dio. <strong>Il</strong> comune mortale

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