Il Forte sul Fiume

alla luce, ma sfuggono al calore. È un fatto noto. Ovunque tu sia, più
sali al di sopra del livello in cui la terra incontra l'acqua del mare, più
si raffredda l'aria. A un certo punto arrivi a un'altitudine in cui anche
d'estate invece di piovere nevica. Chiedi a Lucano. Insieme, io e lui,
ci siamo trovati ad affrontare un temporale estivo e mano a mano
che salivamo la pioggia diventava neve. E girando i cavalli siamo
tornati dove ogni traccia di neve era scomparsa e cadeva la pioggia.
Non ti sei accorto di come si è rinfrescata l'aria mentre dalla valle
salivamo sulla collina?»
Annuì. «Ma come succede? Perché?»
«Non lo so, ragazzo mio. Forse Lucano può spiegartelo.»
«No, non so spiegartelo,» disse Lucano «ma è così. È come se il
caldo fosse più pesante del freddo. Eppure succede che il calore del
fuoco va in alto, sicché in una stanza è vicino al soffitto che si
concentra il calore. Contraddittorio quanto vuoi, ma vero.»
Il ragionamento era troppo complicato per il ragazzo che,
cambiando argomento, chiese: «Come si chiama questa valle? Lo
sapete?».
«No» risposi. «So soltanto che il fiume che abbiamo attraversato si
chiama Esk. Deve essere quindi la valle dell'Esk.»
Fissava l'orizzonte a occidente dove la terra visibilmente si
appiattiva dietro l'ultima corona di colline. «Si vede il mare da qui
nelle giornate serene?»
Seguii il suo sguardo. «Probabilmente sì. Quella linea piatta laggiù
è la costa, credo.»
Si volse a guardare le mura del forte. «Che cosa c'è dall'altra parte
del passo?»
«Un'altra valle, immagino, e poi un'altra, e poi alla fine della
strada un'altra città come Ravenglass.»
«Anche lì c'era un forte?»
«Sì, e un borgo come Ravenglass.»
«Cumbria...» Con voce sommessa pronunciò l'antico nome della
regione intorno a noi. «Che differenza passa tra la Cambria e la
Cumbria?»