Il Forte sul Fiume

«Sì, e Logan.»
Derek tornò a rivolgersi a me. «L'ospitalità, per una notte almeno,
non presenta pericoli. L'avremmo concessa comunque. Non mi
impegno oltre. Ma la tua storia mi interessa.» Si interruppe e dopo
una breve pausa mi chiese: «Sei ancora un sognatore?».
«Di tanto in tanto» risposi sorridendo. «Sognai di te neanche
quattro settimane fa. Per questo siamo venuti qui.»
Trasse un profondo sospiro. «Temevo di sentirti dire qualcosa di
simile.»
«Ti vidi che indossavi l'armatura di Uther. La possiedi ancora?»
«Sì.» La voce era priva di emozione.
«Quando l'hai indossata per l'ultima volta?»
«Quando sono tornato in patria, dopo il nostro incontro. Ero
stufo di guerra e ringrazio il cielo di non essermi trovato nella
necessità di impugnare la spada da allora. Perché me lo chiedi?»
«È in buone condizioni?»
«Perfette. Potrei metterla oggi stesso, se fosse necessario. Ritieni
probabile che si renda necessario?»
Scossi la testa mentre il mio sorriso si allargava. «No, ma mi
piacerebbe ricomprarla da te un giorno, se tu fossi disposto a
venderla.»
Mi fissò a lungo, perplesso, prima di rispondere. Quando parlò, la
sua voce era dubbiosa. «Un giorno? E quando sarebbe quel giorno?
Ti avverto: potrebbe influire sulla mia decisione e anche sul prezzo.»
Indicando con un cenno la galea disse: «Fa' sbarcare i tuoi e vieni con
me. Uno dei miei uomini li porterà in un luogo nel quale potranno
riposarsi e ripulirsi. Ci sono le terme romane, se vogliono usarle».
«Sono in funzione?»
«Te le avrei offerte se fossero state fuori uso?» L'omaccione mi
guardava con gli occhi socchiusi, ma riuscii lo stesso a scorgervi un
guizzo di divertimento. «Devo dedurre che sei sorpreso di scoprire
che ci laviamo, che sappiamo tenere accesa una fornace, anche
adesso che i Romani se ne sono andati?»