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Il Forte sul Fiume

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passata a Camelot, aveva deciso di seguirci e ricominciare daccapo in<br />

una regione sconosciuta del settentrione. Non avevo idea di quanti<br />

anni avesse, ma sapevo che ne aveva almeno dieci più di me. Joseph<br />

era già grande e lavorava nell'officina di suo padre quando io avevo<br />

appena cominciato a notare le persone che non facevano parte della<br />

mia cerchia familiare.<br />

<strong>Il</strong> padre di Joseph era conosciuto con il nome di Equo, dalla<br />

parola latina equus, cioè "cavallo", perché era grande e forte; anche i<br />

suoi tre figli avevano rispettabili dimensioni, ma non la massiccia<br />

stazza che aveva determinato quel soprannome. Lars, il primogenito,<br />

non intenzionato a passare la vita in una fucina, era scappato dalla<br />

sua casa a Colchester quando era ancora ragazzo per arruolarsi nelle<br />

legioni. Per oltre vent'anni nessuno ne aveva sentito più parlare<br />

finché non l'avevo incontrato io, per puro caso, che gestiva una<br />

taverna <strong>sul</strong>la strada per Isca, mentre inseguivo mio cugino Uther.<br />

Sollecitato da me, Lars era venuto a Camelot e aveva rivisto i due<br />

fratelli Joseph e Carol, nel frattempo diventati i fabbri della Colonia.<br />

Ricordavo che i capelli di Joseph, ora tutti bianchi ma ancora folti<br />

e belli, erano stati neri e ricciuti. Doveva essere fiero della sua<br />

capigliatura perché ne aveva cura lavandola spesso; la portava lunga,<br />

in una foggia che non avevo visto in nessun fabbro. Publio Varro, il<br />

mio compianto zio, era solito portare capelli e barba corti perché a<br />

suo avviso era rischioso tenerli lunghi in una fucina. Per un qualche<br />

miracolo Joseph era riuscito a conservare i denti a un'età in cui gli<br />

altri li avevano persi quasi tutti; la pelle bruna, che d'estate si scuriva<br />

ancora di più, metteva in risalto gli azzurri occhi celtici. Era un<br />

bell'uomo, con un viso sottile e intelligente, un naso elegante dalla<br />

linea tipicamente romana, malgrado il sangue celtico. Inconsapevole<br />

del mio sguardo se ne stava a fissare il fuoco e io, squadrandolo<br />

dalla testa ai piedi, notavo la stazza solida e forte, e osservavo come<br />

la fatica della sua arte aveva ridotto al minimo i segni dell'età.<br />

Mentre stringeva il boccale tra le mani, muscoli robusti gli<br />

guizzavano negli avambracci ed era facile intuire che le spalle erano<br />

altrettanto poderose. Indossava una semplice tunica di pesante lana<br />

grezza, disadorna, che gli scendeva fino alle ginocchia; una veste<br />

funzionale, stretta in vita da una cintura, utile a nascondere i danni<br />

derivanti dal lavorare tra il fumo e i tizzoni ardenti per tutto il

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