Il Forte sul Fiume

VII.
Quando l'inverno cominciò a sussurrare tra le foglie brune delle
vallette di montagna, eravamo già a buon punto nel compito che ci
eravamo ripromessi e che pochi mesi prima ci era apparso immane.
Settembre era stato così mite e benigno che gli alberi non si
decidevano ad abbandonare le foglie sul terreno. Ottobre era
venuto e se ne era andato senza gelate; soltanto sul finire di
novembre l'aria del mattino cominciò a condensarci il fiato e ad
annunciare i rigori dell'inverno.
Ma nel frattempo ci eravamo ben premuniti: dappertutto entro il
forte, di giorno e di notte, si levava il fumo della legna che bruciava
riempiendo le lunghe serate autunnali di una diffusa sensazione di
piacere, tepore, benessere. Intorno si percepiva il profumo resinoso
del legno tagliato e piallato di fresco. Erano state ricostruite tre delle
lunghe caserme: abbattuti i vecchi muri e dati alle fiamme, li
avevamo sostituiti con nuovi di tronchi squadrati, cementati con
malta per essere impermeabili ai venti e alle intemperie.
Le finestre, grandi e larghe, avevano due serie di imposte: una
esterna di quercia massiccia che si chiudeva come una porta e si
serrava ermeticamente; e una interna, costruita da Mark, il mastro
falegname, con stretti pannelli di sottile betulla lavorati a mano, che
si potevano regolare in su e in giù per lasciar entrare, filtrare o
bloccare la luce, ed essendo incardinati sui due lati, anche spalancare
nei giorni d'estate. Una serie di doppie pareti divisorie, costruite con
massicce assi di legno tra loro incastrate e solidamente inchiodate a
una struttura portante centrale, divideva lo spazio in unità comode e
capaci, ciascuna fornita di un ingresso e una finestra. L'intercapedine
tra le doppie pareti era stata riempita di paglia e trucioli per
conservare il calore e attutire i rumori. I pavimenti di calcestruzzo
originali, ancora robusti e solidi, erano coperti di stuoie di paglia
intrecciata.
Dalla circostante foresta avevamo preso quasi tutto quello che ci
serviva per costruire, ma Derek e la sua gente ci erano stati di