Il Forte sul Fiume

intreccio era stato il modo in cui, avendo ampliato le sue
responsabilità all'intero gruppetto, Turga non aveva sofferto di
gelosia o senso di esclusione quando un rapporto più esplicitamente
materno era sbocciato tra Artù e Tressa. Il suo ruolo era diverso, e
non aveva percepito Tressa come una minaccia.
Noi tre, Tressa, Artù e io, avevamo praticamente creato un
nucleo familiare nel giro di pochi mesi, anche se mi rendevo conto
che a un osservatore esterno la cosa potesse sembrare inusuale.
Sebbene fossimo amanti e non ne facessimo un segreto, Tressa e io
continuavamo a vivere ciascuno a casa propria, così come Artù
continuava a vivere, come aveva sempre fatto, in casa dei suoi amici
Gwin e Ghilleadh, accudito da Turga in ogni cosa e trattando
Shelagh come una madre adottiva. Ma nonostante tutto ciò, Artù,
Tressa e io eravamo divenuti una famiglia solida, unita e affiatata,
che condivideva ideali, forze e debolezze senza inganni, e senza
quelle gelosie e quegli egoismi personali che sembravano invece
contraddistinguere così tante famiglie tradizionali.
Dopo quel lungo discorso sulla mia vita privata, sedemmo un po'
in silenzio. Poi Ambrogio riportò il discorso sul giovane Artù.
«Il ragazzo mi sembra in ottima forma» disse. «Sta diventando
alto, e mi sembra di vedere le spalle cominciare ad allargarsi come
fecero le mie e le tue. Però mi sembra un po' poco in carne, non
trovi?»
«Il ragazzo è nella fase più rapida della crescita, Ambrogio, ed è
del tutto normale. Anch'io ero alto e magro come lui a quell'età.
Tutto quello che mangia - e credimi, mangia come un cavallo - lo
usa per arrivare alla sua altezza definitiva. Quando ci sarà arrivato, si
riempirà anche in largo e metterà su più muscolatura, vedrai».
Ambrogio mi guardò divertito, gli occhi che brillavano. «Sembri
Lucano» disse.
«Lo credo. Quelle parole sono state le sue, quando qualche mese
fa gli ho fatto lo stesso ingenuo commento che hai appena fatto tu.
Il corpo del ragazzo si riempirà, non ti preoccupare. Dobbiamo solo
pensare a tenerlo sano e forte nel frattempo.»
«E questo come si fa?»