Il Forte sul Fiume

Dedalo, Rufio e io reagimmo alla vista dei nostri vecchi camerati
come a una sorsata di vino speziato, e i festeggiamenti per la
rimpatriata furono una faccenda quasi esagerata, anche se molto
esclusiva, essendo noi sei gli unici invitati. Solo il giorno successivo,
quando i fumi nella mia testa si furono dissolti e il mio cranio ebbe
smesso di pulsare come un gong di bronzo a ogni battito del mio
cuore, Benedetto mi consegnò la lettera che recava da parte di mio
fratello.
Il giorno prima gli avevo chiesto che cosa avesse trattenuto
Ambrogio a Camelot. Lui aveva scrollato le spalle, dicendo che
Ambrogio aveva deciso che non era giusto tenere per sé il privilegio
di quelle lunghe cavalcate su e giù per il paese, e che era tempo di
concedere anche ad altri quella responsabilità e quell'onore. Mi era
sembrato giusto, ma il contenuto della lettera aveva poi gettato
un'altra luce su quell'assenza. Ero uscito, da solo, dalla porta sul retro
del forte e avevo trovato un angolo appartato, dove avevo rotto il
sigillo sulla lettera di mio fratello, immaginando il suono della sua
voce mentre leggevo:
Salute a te, fratello
«Ambrogio Ambrosiano
A Caio Merlino Britannico
Mi giungono notizie dalla Cornovaglia - che un druido di quella
regione mi ha chiesto di trasmetterti - di nuove guerre che affliggono
quelle sfortunate terre. Principi e re, compreso quel Dumnoric che
era salito al potere dopo la morte di Gulrhys hot, sono passati a
miglior vita, e tutta la regione è contesa e messa a ferro e fuoco da
un gran numero di turbolente bande armate. Uno dei capi che si
disputano la supremazia nel reame è il tuo vecchio nemico Ironhair,
del quale speravamo di non sentir più parlare. Ahimè, egli non solo
è riaffiorato, ma dopo essersi assicurato un seguito e aver
conquistato il controllo di svariate fortezze, sembra ora deciso a
eliminare tutti gli altri contendenti al trono di Cornovaglia. Pare che
in questo sia sostenuto da quel Carthac che è ormai conosciuto a
tutti più come un mostro depravato che come un uomo, e la cui
mera presenza sul campo di battaglia incute il terrore nei nemici.