Il Forte sul Fiume

tremolante ma riconoscibile.
«È immobile, tutto sporco di sangue... non so dire se è vivo o
morto... non ha più l'elmo... sangue dappertutto, sull'erba, sulle
pietre... è incastrato tra due alberi... c'è muschio sui tronchi, e sangue
sul muschio. Vedo dove le sue dita hanno strappato il muschio dalla
corteccia...»
L'immagine pareva muoversi mentre la descrivevo, come se i miei
occhi si abituassero a una luce strana, e d'un tratto vidi qualcosa fra
gli alberi, seminascosta nell'ombra dietro Rufio. La mia mente si
ribellò, incredula, e l'intera scena si dissolse lentamente, lasciandomi
esausto, a guardare il soffitto, gli occhi spalancati. Trattenni il respiro
per un po', preso in un turbine di pensieri contraddittori, poi espirai
lungamente.
«È tutto. La visione se ne è andata. È tutto quello che ho visto.»
«Hmm.» Mi lasciò andare e si alzò dal letto. Seguii con lo sguardo
il suo corpo nudo che attraversava la stanza. «Vieni, Cay. Ora
riaccendo il fuoco. Forza, vestiti. Svelto.»
«Cosa? Perché? A cosa servirà star seduti davanti al fuoco? Non
sappiamo dove si trova, Tressa.»
«Ma potremmo scoprirlo. Anzi, lo scopriremo. Avanti, indossa
qualcosa.»
Poco dopo, seduto nell'altra stanza, vedendola ancora nuda
armeggiare intorno al braciere, allungai una mano e le carezzai un
gluteo. Ma Tressa non aveva di quei pensieri e allontanò decisa la
mia mano, andando poi di là a buttarsi una coperta sulle spalle. Si
sedette accanto a me e mi fissò, come in attesa.
«Cosa?» chiesi. «Cosa c'è. È ovvio che ti aspetti che io dica
qualcosa di significativo.» Non rispose. «Be', non mi viene in mente
niente. Dovrai farmi delle domande.»
«Rufio. Ora sappiamo dove si trova».
«No che non lo sappiamo, Tressa. Era un sogno, e non ho visto
iscrizioni con il nome del luogo.»
«Sì che le hai viste, uomo privo di senno che non sei altro. Certo,
non sappiamo esattamente dov'è, ma sappiamo molto più di quello