Il Forte sul Fiume

nell'oscurità contro uomini che brandivano spietatamente la spada,
desiderosi di vendetta dopo il tradimento.
Ci trovammo a un certo momento ai margini della città, vicino
alla taverna dove per la prima volta avevo scorto l'uomo dalla
tunica gialla. Qualcuno doveva avere rovesciato una lampada e ora
le fiamme che avvolgevano la taverna illuminavano la notte scura.
Mentre ci avvicinavamo, un gruppetto di uomini, sbucato da uno
stretto pertugio tra due edifici, si gettò su di noi; li scorgemmo
soltanto quando ci furono addosso e ci accingemmo subito
all'attacco. Erano in cinque e noi solo quattro, ma dietro seguivano
altri dei nostri. Uno di loro mi si avvicinò, la bocca spalancata in un
urlo, i denti luccicanti, brandendo un'ascia. Mi assalì impugnando
l'arma con l'intenzione di abbatterla sulla mia spalla e squarciarmi
fino al petto. Evitai il colpo lanciandomi in avanti sulla sinistra, e lo
infilzai con la spada. Il peso del suo corpo mi trascinò a terra, e
mentre cercavo di liberare la lama spingendolo con il piede, vidi
Derek che, rotolato a terra, con le mani tentava di allontanare il
coltello che un altro gli puntava alla gola. Li raggiunsi e con un calcio
allontanai l'assalitore finendolo subito dopo con un fendente.
Rimanemmo soli, io e Derek, nella strada, ansimando e guardandoci
intorno.
Sentimmo un rumore che proveniva da un vicolo buio lì vicino;
prima di avviarmi in quella direzione mi fermai per accertarmi che
Derek, rimessosi in piedi, fosse incolume. Più ansimante di me,
piegato in due, cercava di prendere fiato, ma con un cenno della
mano mi fece segno che stava abbastanza bene e sentii che mi
seguiva mentre correvo verso il luogo da cui proveniva il rumore.
Ma per quella notte non avremmo più combattuto. Era caduto il
silenzio prima che raggiungessimo l'estremità del vicolo, e vi
incontrammo alcuni dei nostri che si radunavano, congratulandosi
per la vittoria.
Ritornammo immediatamente alla taverna in fiamme. Derek
temeva che il fuoco potesse appiccarsi anche agli edifici circostanti,
ma per fortuna non ce n'erano di sufficientemente vicini. Mentre
osservavamo l'incendio e contavamo i corpi visibili al chiarore del
fuoco, cominciò a piovere fittamente. La pioggia, all'inizio
rinfrescante, divenne ben presto una maledizione.