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Il Forte sul Fiume

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sveglie e all'erta. Poi uscimmo dal forte e ci addentrammo nello<br />

spiazzo delle parate, che in un solo pomeriggio si era trasformato in<br />

un accampamento da guerra.<br />

<strong>Il</strong> primo ufficiale di guardia che incontrammo era un giovane che<br />

non conoscevo. Scoprii però subito che il suo nome era Decio Falvo<br />

e che si trattava del figlio di un mio compagno nella spedizione in<br />

Eire. Ambrogio lo considerava uno dei più promettenti tra i suoi<br />

comandanti di fanteria e la cosa non mi sorprese, giacché suo padre,<br />

che io chiamavo semplicemente Falvo, era uno dei soldati più<br />

affidabili che avessi mai avuto il privilegio di conoscere. Decio ci<br />

disse che aveva mandato delle sentinelle <strong>sul</strong>la cima che sormontava il<br />

passo e che c'era un comodo sentiero per arrivarvi, il che attestava<br />

come i romani avessero già usato quell'osservatorio secoli prima.<br />

Ambrogio mi gettò un'occhiata. «Hai voglia di un'arrampicata?<br />

Non possiamo certo ispezionare la guardia interna e lasciare quella<br />

esterna al suo destino!»<br />

Fummo fermati più volte lungo il ripido tragitto fino alla vetta, e<br />

ogni volta ci fu chiesto di identificarci. In cima c'era un gruppetto di<br />

quattro uomini, che scrutavano giù nell'oscurità della notte più<br />

fonda, senza nemmeno un lume visibile a qualsiasi distanza. Per<br />

contrasto, sopra di noi il cielo era una massa di luci sfavillanti, con<br />

una fetta di luna crescente, appena nata, sopra le vette dei monti a<br />

nord-est.<br />

Io e Ambrogio restammo lì per un po', uno accanto all'altro, a<br />

guardare tutto e niente senza sentire bisogno di parlare. Stare lassù,<br />

in piena notte, mi faceva sentire a un tempo potente e privilegiato.<br />

Mi voltai verso il forte, seminascosto <strong>sul</strong> buio altopiano sotto di noi,<br />

e mi sorprese il fatto che, a eccezione di qualche piccolo fuoco<br />

interrato, non c'era movimento o segno di vita là dove sapevo che<br />

dormivano in realtà più di duecento uomini.<br />

La logica conclusione - cioè che avrebbe potuto esserci una simile<br />

forza accampata sotto di noi, <strong>sul</strong>l'altro lato, senza che ne<br />

percepissimo la presenza - mi sembrò al momento troppo banale per<br />

meritare una menzione. Dopo aver scambiato qualche parola con le<br />

guardie, ci accingemmo a scendere di nuovo nell'accampamento.<br />

Quando fummo in vista delle guardie alla porta principale del

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