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Il Forte sul Fiume

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prodigato per tranquillizzarmi e rassicurarmi. Da tutta la vita<br />

operava tra i lebbrosi, mi aveva detto, fissandomi intensamente negli<br />

occhi e nell'arco di quei decenni non aveva mai saputo di alcuno che<br />

fosse stato contagiato per essersi esposto alla malattia per un breve<br />

periodo. Ero stato vicino ai lebbrosi, aveva insistito, per neanche un<br />

giorno e non ne avevo toccato nessuno.<br />

Lo avevo ascoltato senza speranza, anelando a essere consolato,<br />

ma non ne ero convinto. L'infermità che mi affliggeva, qualunque<br />

cosa fosse, si presentava incontrovertibilmente sotto forma di una<br />

lesione non sanguinolenta, un'unica macchia <strong>sul</strong>la parte destra<br />

superiore del petto, con tutti i segni classici della natura lebbrosa,<br />

stando alle descrizioni che ne aveva fatto Lucano.<br />

In quella zona, più piccola del polpastrello del pollice, bianca nel<br />

centro e rossastra lungo il bordo, la pelle aveva perso sensibilità. La<br />

macchia non era dolente, ed erano bianchi i peli che crescevano<br />

all'interno dei bordi. Osservando attentamente la lesione, Lucano<br />

aveva ammesso che potesse essere di natura lebbrosa, ma mi aveva<br />

snocciolato allegramente un elenco, lungo e rassicurante, di altre<br />

possibili cause, contandole <strong>sul</strong>la punta delle dita a mano a mano che<br />

le nominava.<br />

A quel punto, sollevato oltre ogni dire, gli avevo raccontato con<br />

calma il fallito tentativo di salvare, dal crepaccio in cui era caduto, il<br />

suo amico Mordechai Emancipato, un medico che aveva contratto la<br />

lebbra stando a contatto con i malati. Gli avevo descritto le ferite<br />

che io stesso avevo riportato calandomi nel crepaccio, gli inutili<br />

sforzi compiuti per salvargli la vita e come fossi emerso dal burrone<br />

coperto del mio sangue e del suo. Nel rendergli questo resoconto<br />

avevo colto un guizzo di dubbio <strong>sul</strong> viso del mio amico. Mi aveva<br />

chiesto quanto sangue fosse stato versato in quel crepaccio. Quanto<br />

sangue mio e quanto di Mordechai? Quanto sangue di Mordechai<br />

era colato su di me?<br />

Non avevo avuto modo di rispondere con precisione alle sue<br />

domande, perché la notte era stata buia e fredda e per gran parte<br />

del tempo non mi ero neppure accorto che il sangue stava<br />

sgorgando, ma avevo capito che quel particolare turbava il mio<br />

interlocutore. Aveva ammesso che qualche preoccupazione gli

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