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Il Forte sul Fiume

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di frecce <strong>sul</strong>la spalla. Vedendomi disarmato, mi gettò la lancia e si<br />

mise ad armare l'arco.<br />

<strong>Il</strong> frastuono era terrificante, e in mezzo alle grida dei maiali ci<br />

sembrò di sentir ringhiare dei cani. Ma quei cani erano lupi, ed<br />

erano in numero sorprendente, decisi ad attaccare tutto e tutti con<br />

una ferocia suicida. Ne contai quattordici, prima di rinunciare a<br />

sapere quanti fossero e gettarmi nella mischia. Questi lupi erano<br />

davvero disperati e non mostrarono la benché minima propensione<br />

a correre via a coda bassa, come fanno di solito i lupi che<br />

s'imbattono negli uomini. Si voltarono e ci attaccarono senza<br />

esitazione.<br />

Un esemplare enorme saltò verso il mio collo, le fauci spalancate,<br />

e fu solo per una felice intuizione che riuscii ad abbassarmi, piegando<br />

un ginocchio, e trafiggerlo con la lancia mentre mi passava sopra. <strong>Il</strong><br />

peso morto del lupo che trascinava la lancia mi rovesciò all'indietro.<br />

Mi rialzai febbrilmente, estrassi la lancia dalla carcassa e mi voltai in<br />

tempo per vedere un'altra belva contorcersi <strong>sul</strong>l'erba accanto a me,<br />

trafitta da una freccia. Dedalo si era piazzato su un dosso, pochi passi<br />

alla mia sinistra, e stava estraendo e tirando frecce una dopo l'altra,<br />

con metodica precisione, abbattendo un lupo con ogni freccia senza<br />

curarsi di finirli, perché sapeva che eravamo abbastanza numerosi<br />

per completare il lavoro. D'un tratto vidi Hector cadere alla mia<br />

destra, travolto da due animali, il più grosso dei quali era riuscito ad<br />

azzannarlo al polso che reggeva la spada.<br />

Ero a due passi da lui, ma non osavo gettare la lancia per paura di<br />

colpire il mio amico. Fu Rufio a salvare la vita a Hector, balzandogli<br />

accanto con un'enorme ascia che non gli avevo mai visto usare<br />

prima e disintegrando letteralmente i crani dei due lupi con due<br />

colpi, accompagnati da urla più selvagge di quelle di un orso<br />

inferocito. Incredibilmente, un altro lupo smagrito stava strisciando<br />

verso l'uomo a terra ferito, e Rufio l'affrontò con l'ascia. La belva<br />

ringhiò, mostrando i denti e schiumando dalla bocca, ma Rufio<br />

ignorò l'avvertimento e lo colpì di piatto facendolo volare ai miei<br />

piedi, dove io lo trafissi immediatamente con la lancia.<br />

Lo scontro sembrò durare un tempo lunghissimo, ma in realtà<br />

dovevano essere stati pochi minuti, finché il primo lupo, lanciando

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