Il Forte sul Fiume

molte altre routine, e che mi avevano tenuto aggiornato sui suoi
progressi, ma in realtà non avevo idea di quanto il ragazzo fosse
migliorato. Sei mesi prima la sua esecuzione era ottima, ma adesso
era spettacolare.
I suoi occhi restavano chiusi per non perdere la concentrazione e
il bastone turbinava nelle sue mani sempre più in fretta, finché il
movimento dell'arma divenne un indistinto disco marrone nell'aria
davanti a lui: i contorni del legno erano visibili solo nei brevissimi
istanti in cui lo passava da una mano all'altra, o dalle due mani a una
sola, facendolo salire dietro la testa e passare sotto una gamba, per
poi passarlo nell'altra mano e compiere il giro inverso. Continuò la
sequenza con velocità strabiliante fino all'ultimo passo della danza,
in cui girò su se stesso su una gamba, fece un passo avanti con l'altra
e portò il bastone verso il basso con un colpo che, se si fosse trattato
di una spada affilata, avrebbe spaccato in due chi gli stava davanti.
L'arma si fermò invece a un palmo da terra e Artù aprì gli occhi e mi
guardò, senza alcuna espressione sul volto. Dovetti riprendermi dalla
sorpresa.
«Impressionante» dissi, pacatamente. «Dedalo e Rufio mi avevano
detto che eri molto migliorato. «Ma ora, a parte gli esercizi e gli
assalti ad altri ragazzi disarmati, pensi di poter usare quell'oggetto
con efficacia contro un avversario addestrato?»
I suoi denti scintillarono in un ampio sorriso e mi accorsi di
nuovo, nonostante l'avessi sempre accanto a me, della naturale e
radiosa bellezza di quel viso.
«Vuoi che ci provi?»
Be', ci provò, e confesso che riuscii a batterlo solo a stento. La sua
forza e la sua velocità mi colsero di sorpresa, e l'impeto furibondo
dell'assalto mi fece subito dimenticare che stavo battendomi con un
ragazzo di nemmeno quattordici anni, "poco più di un bambino",
come lo avevo definito il giorno prima. Mi fece indietreggiare una
prima volta quasi subito, sviando un mio fendente e facendo un
passo avanti dentro alla mia guardia, costringendomi così a fare un
passo indietro per proteggermi le costole. Avendomi messo sulla
difensiva mi ci tenne, costretto com'ero a parare i suoi continui
attacchi da ogni direzione, tanto che non trovavo il tempo di