Il Forte sul Fiume

fosse pericolo di cadere. Quando levò il viso per guardarmi, aveva
gli occhi sbarrati.
«Quant'è il dislivello?»
«Non lo so.» Cercai di parlare con un tono disinvolto perché non
era necessario spaventarlo. «Il grande vantaggio è che nessuno può
minacciare questa postazione. Non esiste esercito che potrebbe salire
quassù e non conosco uomo che riuscirebbe ad arrampicarsi.»
«Quelle pietre laggiù... si sono staccate dalla roccia?» chiese
avvicinandosi di nuovo al bordo e sporgendosi cautamente.
«Sì. Per questo la parete è così spoglia, senza neppure un albero.
Ma l'erba è cresciuta sugli spuntoni e in alcuni punti è spessa. Il che
dimostra che non si sgretola più.»
«È bello, no? Così diverso da Camelot.»
«Sì. Ti piace di più?»
«No... eppure sì. Le montagne...»
«Non hai mai visto la Cambria, vero?»
Mi lanciò un'occhiata - degna di un giovanotto di diciotto anni
più che di un ragazzo di otto - a significarmi che entrambi, io e
Lucano, sapevamo benissimo che non vi aveva mai messo piede.
Sorrisi.
«Ci andrai un giorno, te lo prometto, e vedrai che anche lì le
colline sono bellissime e molto, molto diverse da queste.»
«Diverse da queste? Come può essere?»
Scossi la testa. «Capirai quando le vedrai. Anzitutto sono più alte,
vere e proprie montagne. Su alcune la neve non si scioglie mai. Le
loro cime sono bianche tutto l'anno.»
Mi guardò incredulo. «Impossibile. Il sole dell'estate porta il
disgelo.»
«Non nella Cambria e su nessuna montagna che raggiunga una
certa altezza.»
«Una certa altezza? Per sfuggire al sole?»
Mi strinsi nelle spalle. «Sì, forse puoi metterla così. Non sfuggono