Il Forte sul Fiume

XV.
Poco tempo dopo la costruzione dei cavalli di legno, i giorni pigri
e spensierati di quegli ultimi anni sembrarono un sogno lontano. Il
tempo si era rimesso a marciare come al ritmo di un tamburo. Meno
di un mese dopo l'inizio dell'addestramento di Artù all'uso delle
nuove spade, fummo chiamati tutti quanti, a Mediobogdum come a
Ravenglass, a partecipare al raccolto secondo un piano ben definito.
Ma entro una settimana il ritmo di marcia del tamburo si era già
tramutato in uno staccato irregolare, a causa della successione di
tempeste che si abbatterono sulla costa, ognuna più violenta della
precedente. I primi temporali furono accettati con filosofia, ma man
mano che il tempo peggiorava ogni altra attività a Ravenglass fu
interrotta e chiunque ne fosse fisicamente in grado uscì nei campi,
per tentare di salvare il salvabile del raccolto. Le tempeste
infuriarono per quasi tre settimane e alla fine fummo costretti a
lasciare un quarto del raccolto dove si trovava, a marcire nei campi,
inzuppato e inutile.
Le settimane del raccolto portarono anche la visita di Connor -
accompagnato dal piccolo Feargus - le cui navi erano state costrette
a cercare un riparo durante le terribili tempeste. Connor recava
notizie che ben si adattavano all'umore cupo e pessimistico di quel
malaugurato mese. L'Eire era nuovamente dilaniato dalla guerra e le
tribù pagane del nord-ovest, conosciute come i Figli di Gar, si erano
impossessate della maggior parte del vecchio reame di Athol, sulla
costa orientale. Non ne avevano ancora conquistato un ultimo
lembo, difeso dall'unica guarnigione del clan di Athol rimasta
nell'Eire.
Le donne, i vecchi e i bambini erano già stati tutti trasferiti senza
incidenti nei nuovi territori del clan, sulle isole lungo la costa
occidentale della Caledonia. L'ultima, feroce campagna si
combatteva in realtà solo perché i difensori avevano le spalle al
mare, e nessuna via di scampo. Avrebbero dovuto essere evacuati
appena le navi necessarie fossero state disponibili, ma la cosa si era