Il Forte sul Fiume

spropositatamente alto quanto Feargus era piccolo. Le due galee
ormeggiate l'una dietro l'altra occupavano il molo per tutta la sua
lunghezza: quella di Feargus aveva una vela rossiccia che si notava
anche quando era piegata, l'altra apparteneva a Connor. La galea di
Logan era sistemata di fianco all'imbarcazione di Feargus, sicché il
suo equipaggio doveva attraversare il ponte di quest'ultima per
sbarcare. Tutti e tre gli uomini si voltarono mentre mi avvicinavo,
avvertiti da Logan che mi aveva visto superare la porta del forte.
Non appena ci fummo salutati, i due capitani mi lasciarono con
Connor. Venni subito al punto cruciale, spiegandogli come si era
concluso l'incontro. Accolse la notizia con filosofia, sorridendo
perfino, ammirato per l'acutezza dimostrata da Derek. Quando
tacqui, mi diede una pacca sul braccio.
«Allora, amico mio, faremo rotta verso l'Eire, oppure le isole
settentrionali, se sono più di tuo gradimento. Avevo il
presentimento che Derek potesse non aderire al tuo progetto, e così
non ho fatto scaricare le galee. Passeremo qui la notte e ce ne
andremo con la marea del mattino. Non avere quell'aria afflitta,
Testa Gialla. Vedrai che tutto andrà a finire per il meglio.»
«Senza dubbio hai ragione,» risposi con una smorfia «ma a volte
vorrei che la vita fosse più semplice. Hai visto Donuil?»
Connor annuì. «Sì, è stato qui poco fa. Lo avrai incrociato strada
facendo. Ha detto che avrebbe raggiunto Shelagh e i bambini nella
piazza del mercato.»
Lo ringraziai e ritornai sui miei passi attraversando la fortezza fino
ad arrivare alla porta posteriore, rimuginando i cambiamenti e le
difficoltà che ci aspettavano ora che non avevamo più una base in
Britannia. In linea d'aria la distanza tra Camelot e la Cumbria non
era molto superiore di quella che separava la Colonia dal regno di
Athol nell'Eire. Ma per raggiungere l'Eire avremmo dovuto
attraversare il grande mare e affrontare rischi che non esistevano nel
percorso fino alla Cumbria. Non era impresa da poco intraprendere
la traversata, ma non era quella la mia preoccupazione principale.
Mi sgomentava di più l'estraneità dell'Eire. Le prospettive di Artù, ne
ero convinto, ne avrebbero risentito, se si fosse allontanato dalla
Britannia, la sua patria.