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Il Forte sul Fiume

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quelle che già aveva, un uomo che si sarebbe meritato fama e gloria<br />

imperiture.<br />

Quando finì di parlare, aveva le lacrime agli occhi, e io dovetti<br />

inghiottire più volte per dissolvere il nodo che mi si era addensato in<br />

gola. Rimanemmo in silenzio fino a quando, davanti alla porta del<br />

suo alloggio, ci separammo. Non c'era altro da dire.<br />

Quella sera, quando tutti si furono raccolti per la cena, mi<br />

avvicinai alla giovane Tressa che stava insieme ai nuovi arrivati da<br />

Ravenglass e mi sedetti accanto a lei. Parve che nessuno avesse da<br />

commentare il mio arrivo, pur così insolito, e Tressa non diede<br />

segno di essere curiosa o nervosa. Mi accolse con simpatia e passò il<br />

resto della cena a chiacchierare piacevolmente del più e del meno<br />

con gli altri, conversazione alla quale partecipai senza riserve. Mi<br />

piacque immensamente.<br />

Finita la cena, mentre tutti si dirigevano ai propri alloggi, mi<br />

incamminai insieme a lei. L'aria fredda prometteva una gelata.<br />

Vedendo che rabbrividiva e si portava le braccia <strong>sul</strong> petto, presi il<br />

mantello che portavo <strong>sul</strong> braccio e glielo avvolsi intorno. Si fermò<br />

sorpresa e mi lanciò un'occhiata attenta e perplessa.<br />

«Non offendetevi, mastro Cay, ma che intenzioni avete?»<br />

«Che ne dici, Tressa?» chiesi a mia volta sorridendo.<br />

Scosse la testa con lentezza, sorridendo leggermente. «Non lo so.<br />

Come potrei? È la prima volta che vi prendete cura di me; oggi per<br />

poco non siete scappato al vedermi. E adesso d'un tratto vi sedete<br />

vicino a me, mi guardate, mi parlate e arrivate ad avvolgermi nel<br />

vostro mantello.»<br />

Mi resi conto di non badare più al suo accento; la voce mi<br />

sembrava del tutto normale. Annuii. «Hai ragione; sono quasi<br />

scappato da te oggi, ma da allora ho avuto modo e tempo di<br />

pensarci. Mi perdoni?»<br />

«Perdonarvi?» Rise, un mormorio delizioso, profondo. «Che cosa<br />

avete fatto da dovermene chiedere perdono? Non ho notato<br />

niente.»<br />

«Avevo paura di te.»

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