Il Forte sul Fiume

l'avrà buttata chissà quanti anni fa, probabilmente buttata, perché
era distante dalla porta e dalla strada.»
«Mi piacerebbe vederla. Puoi chiedere a Ghilleadh di
mostrarmela.»
«L'ha presa Droc.»
Mi chiesi come mai un ragazzone come Droc si interessasse a una
spada romana arrugginita, ma avvertito dalla tensione che percepivo
in Artù capii che il ragazzo l'aveva presa per dimostrargli di essere il
più forte. Un gesto di prepotenza.
«Per questo hai bisticciato con Droc. Ha portato via la spada di
Ghilleadh.»
«Ehm.»
Il silenzio durò fino a quando non fummo quasi dentro il forte.
Non appena tirai le redini, alzò lo sguardo su di me con aria di
attesa. Rimasi seduto per un po' prima di parlare.
«Artù, non giudicarmi un ficcanaso che si intromette nelle tue
faccende personali. So che non mi riguardano...» Annuì e un solco gli
comparve tra i sopraccigli. «Detto questo, ammetto di essere curioso.
Prima hai fatto un accenno che mi induce a sospettare che qualcuno
- un uomo - si sia immischiato nei tuoi affari. Credo che tu mi
nasconda qualcosa.»
Tacqui per lasciargli il tempo di dire quello che aveva in mente,
ma Artù continuò a restare in silenzio, la bocca leggermente
imbronciata, sebbene sul suo viso non apparissero altri segni di
insofferenza. Traendo un profondo sospiro, completai quello che
avevo da dire.
«A volte ho l'impressione che tu e io siamo qualcosa di più che un
maestro e un discepolo, più che semplici cugini, più che un uomo e
un ragazzo. In tali momenti mi piace pensare che siamo amici nel
vero senso della parola: due persone che condividono la mentalità e
il temperamento, con gusti comuni e opinioni che si completano a
vicenda, due persone che possono discutere apertamente senza
acrimonia e senza sottintesi. La pensi anche tu così?»
Mi disprezzavo per quel mio tentativo di manipolare il ragazzo