Il Forte sul Fiume

due modelli sperimentali e li perfezioneremo al punto giusto. Sei
d'accordo?»
«Certamente.»
«Te le porterò non appena saranno pronte. Quanto ci vorrà,
Mark?»
«Capisco che la cosa vi sta a cuore. Almeno per oggi smetto di
lavorare a questo tavolo. Posso cominciare subito. Mostratemi che
cosa volete con precisione: la lunghezza e l'angolazione della
rastrematura. Ci vorrà un'ora per prepararle a essere lavorate al
tornio, ma poi si andrà in fretta. Se tutto va bene, saranno pronte
domani a quest'ora.»
Mettendosi in punta di piedi e levando in aria le braccia Dedalo
esclamò: «Che aspettiamo? Al lavoro, Mark».
Mi allontanai per andarmi a sedere su un basso ciocco vicino alla
botte capovolta sulla quale stava Lucano.
«Come stai, Lucano? Ti ho visto pallido mentre ci inerpicavamo su
per la collina.»
«C'è stato un momento, lo ammetto, in cui ho creduto che quel
cavallo sarebbe stato la mia morte. Qualcosa in quell'andatura
altalenante mi fa venire il mal di mare. Come si fa a sopportarla?»
Lo guardai: possibile che non si rendesse conto di essere l'unico a
sentirsi sballottato come su un'altalena stando su una sella? Quel
movimento oscillante era la conseguenza della sua imperizia
nell'equitazione. Lucano non aveva mai imparato l'arte di rilassarsi
stando sul dorso di un cavallo. Se ne stava rigido sicché invece di
assecondare il movimento dell'animale, si aggrappava contratto su
quel suo trespolo precario. Non capivo come gli riuscisse così
difficile; andava tuttavia detto che io avevo cominciato a salire in
sella da giovanissimo e non ricordavo quell'avventura altalenante.
«Sei stato meglio quando hai sentito il terreno sotto i piedi?»
«Eccome! Preferisco muovermi su un carro. Lì almeno ci sono
mille appigli cui afferrarsi.»
Scossi la testa ridacchiando. «Che cosa farai adesso?»
«Adesso? In questo momento? Volevo andare a vedere Mark al