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Il Forte sul Fiume

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«Dodici, forse quindici miglia, non lo so. È a metà strada tra qui e<br />

il forte di Galava, dall'altra parte delle montagne. Fu costruito a<br />

difesa della strada che attraversa il passo.»<br />

Gli occhi di Dedalo si accesero. «Andiamoci! Daremo un'occhiata;<br />

probabilmente lo potremo rendere abitabile. Da quanto tempo è<br />

disabitato? Vent'anni?» Scossi la testa. «Quaranta? I Romani si<br />

ritirarono intorno a quell'epoca. <strong>Il</strong> tempo è molto, ma forse il luogo<br />

è recuperabile.»<br />

«Duecento.»<br />

«Cosa?»<br />

«Duecento anni, all'incirca. È abbandonato da lungo tempo.»<br />

«Duecento anni? Parli seriamente?»<br />

Annuii stringendomi nelle spalle. «Sì. Evidentemente duecento<br />

anni qui non sono la stessa cosa che duecento anni altrove, almeno<br />

stando a quanto mi ha detto Derek.» Mi accorsi che Lucano ed<br />

Hector aggrottavano la fronte e che gli altri scuotevano la testa.<br />

«Pensateci» insistetti. «<strong>Il</strong> forte fu costruito con la pietra del luogo; il<br />

tetto, almeno sui granai, è una massiccia volta di calcestruzzo. Le<br />

caserme hanno pavimenti che poggiano su solidi pilastri di legno.<br />

Forse questi sono marci, ma Derek mi assicura che reggono bene. Ha<br />

giovato al forte il suo isolamento. Sappiamo che dappertutto si<br />

abbattono i vecchi edifici e si usano i materiali per costruirne di<br />

nuovi. Ma lassù non c'è nessuno. I danni sono quelli provocati dalle<br />

intemperie, che non intaccano la pietra e il calcestruzzo. I pilastri<br />

possono essere sostituiti. Derek mi ha detto che, <strong>sul</strong> versante<br />

occidentale, la foresta arriva fino alle mura. La zona era stata<br />

disboscata per costruire il forte e procurarsi la legna per le terme, ma<br />

nel frattempo gli alberi sono ricresciuti. Probabilmente il luogo<br />

potrebbe essere recuperato oggi, a duecento anni da quando fu<br />

abbandonato, meglio che se fosse stato abbandonato quarant'anni<br />

fa. Lo sapremo soltanto quando lo avremo visto con i nostri occhi.»<br />

Ne seguì un silenzio che si protrasse a lungo; quindi Connor levò<br />

una mano. «Lo so che non mi riguarda direttamente, ma tu hai<br />

parlato di difficoltà forse insuperabili. Se ti preoccupa la quantità del<br />

lavoro da fare, ti dirò che a mio parere puoi contare su un gruppo di

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