Il Forte sul Fiume

circostanze sperare che duri per sempre, ma è folle presunzione. Era
un miracolo, lo sapevo, avere evitato scontri per un periodo così
lungo. Era vero che la presenza di una forza armata, e la conoscenza
che di questa avevano i nemici, ci metteva in vantaggio, perché
soltanto un esercito ben provvisto poteva scoraggiare, al pensiero
dei costi proibitivi, chi avesse voluto mettere il naso negli affari della
Colonia. Ma serpeggiavano forze sempre più minacciose perché
uomini forti, ambiziosi signori della guerra abituati alla vittoria,
aspiravano al potere e raccoglievano intorno a sé combattenti leali.
Quanto alle tensioni che trovavano origine nelle terre a sud di
Camelot, disse Ambrogio, prevalevano in ogni iniziativa gli indugi e
la ponderatezza. Non era accaduto niente di significativo nel sudovest,
mi raccontò con evidente soddisfazione, e la Cornovaglia,
all'apparenza in pace, se ne stava tranquilla, malgrado fosse noto che
Peter Ironhair si trovava lì. Il silenzio su quel fronte, spiegò, era il
regalo più grande che si potesse sperare e auspicare. In Cambria
sembrava che tutto procedesse bene. Dergyll ap Gryffyd, diventato
re e ora accettato e solidamente insediato sul trono, si adoperava
per riportare l'ordine e incrementare la prosperità del suo popolo. Si
costruivano di nuovo i lunghi archi di Pendragon, in numero ancora
maggiore di prima, e le terre a nord e a ovest di Camelot erano
piene di giovani che si esercitavano a diventare arcieri.
Non avendo avuto notizie dalla terra di Vortigern nel lontano
nord-ovest, non credeva che qualcosa fosse cambiato lì. Sebbene si
acuissero le tensioni con le genti che da altre regioni Vortigern aveva
portato nel regno perché lo aiutassero a proteggere il suo popolo, lo
scettro doveva essere ancora in sua mano - così riteneva Ambrogio -
altrimenti gli sarebbe giunta qualche notizia in contrario. Il che
significava anche che Hengist il Danese era abbastanza forte da
tenere a bada il suo riottoso figlio Horsa.
Artù ascoltava in silenzio le cose che si dicevano, prestando la
massima attenzione come dimostrava il suo sguardo fisso e
concentrato. Mi accorsi che al nome di Vortigern levava di scatto la
testa, e dalla luce nei suoi occhi mi resi conto che desiderava parlare,
sebbene sapessi che non si sarebbe mai sognato di interromperci.
«Che cosa c'è, Artù? Si direbbe che hai voglia di dire qualcosa?»