Il Forte sul Fiume

cadaveri saranno appesi alle mura stanotte, dopo il tramonto.» Esitò
guardando da una parte all'altra del parapetto. «Sono contento di
non dovermene occupare; è un lavoraccio.»
Sì, fu una fatica improba quella di appendere i cadaveri all'esterno
delle mura, ma vi presero parte tutti gli uomini validi. Prima di
mezzanotte, alla luce dei falò accesi sulla sommità della cinta
difensiva, nel sottostante recinto e sui terrapieni al di fuori delle
porte, l'ingrato compito era stato portato a termine.
I cadaveri furono appesi a due a due; soltanto quello di Liam, al
centro della fila, pendeva da solo.
Non appena quello spettacolo di morte fu esibito in tutta la sua
macabra crudezza in attesa che all'alba comparissero le navi di Liam,
passai parola tra la mia gente che si raccogliesse nella sala centrale
della casa di Derek.
Avevo molte cose da comunicare prima che tutti andassero a
coricarsi. Credevo infatti che avessero il diritto di conoscere le mie
intenzioni, rifletterci e decidere quindi se impegnarsi a seguirmi
nell'impresa.
Essendomi fermato a definire con Derek e Longino alcune
decisioni dell'ultima ora, quando arrivai sul luogo dell'incontro,
erano già lì convenuti e mi aspettavano seduti sulle panche, sulle
sedie, sulle tavole. Avevano l'aria esausta.
«Non vi tratterrò a lungo» esordii. «L'alba sorgerà tra poco e
nessuno di noi sa che cosa ci porterà.» Notai che mi fissavano attenti
e curiosi.
Mi misi in mezzo al gruppo per essere sentito senza dover alzare
la voce. «Siamo venuti a Ravenglass alla ricerca di un asilo, un luogo
sicuro per il ragazzo. Questo lo sapete tutti. Non tutti forse sanno
che Derek, il re, rifiutò la nostra richiesta. Disse che una nostra
permanenza protratta - si riferiva alla presenza mia e del giovane
Artù - avrebbe costituito una minaccia alla sicurezza e al benessere
del suo popolo, poiché noi rappresentiamo un pericolo per alcune
potenti fazioni in varie località.»
Tacqui aspettandomi una reazione, ma nessuno parlò. Capivano
che avevo altre cose da dire.