Il Forte sul Fiume

aperta. «Prendilo» insistette.
«Come...? Cosa...?»
«Su, sbrigati a nasconderlo nella cintura, come ho fatto io. Non te
lo troverà nessuno e potresti averne bisogno.»
«Shelagh, è contrario alle leggi di Derek portare armi a
Ravenglass, e noi siamo suoi ospiti.»
«Sì, ma siamo anche responsabili dell'incolumità degli altri, e
alcuni di loro sono bambini. Non ti salterebbe in mente di andare in
giro per Camelot senza una spada. Sei così stupido da pensare di non
avere bisogno di un'arma a Ravenglass, pullulante com'è di
sconosciuti? Tanto più che sei già stato aggredito.»
Presi il coltello e lo soppesai. «Come te lo sei procurato?»
«Non bastano le minacce di uno stolto a convincermi a
separarmene» sbottò e gli occhi le fiammeggiarono. Poi sorrise. «Le
apparenze, Merlino... nel mondo degli uomini tutto ha a che fare
con le apparenze. Siete più vanitosi delle donne. Quando Connor mi
disse che dovevamo cedere le armi, ho nascosto la cintura con uno
scialle, poi ho abbassato un po' la scollatura. Nessuno mi ha presa
per un guerriero e nessuno mi ha chiesto di consegnare le armi.»
La guardai ammirato, ma le restituii il coltello. «Grazie, Shelagh,
ma non posso proprio accettarlo. È una questione di onore.»
«Maledizione a voi uomini, tronfi delle vostre idee di onore!
Merlino, sei in pericolo. Non ci credi? Lo sento, lo annuso nell'aria.»
Annuii, ma non mi lasciai smuovere. «Ti credo, Shelagh, ma
questo coltello non cambierebbe nulla, anche se potessi accettarlo.
Ma se ti dà sollievo, lo terrò in questa stanza. Non lo porterò fuori
di qui; mi allontanerò soltanto stasera, per la durata della cena nella
casa di Derek. Non accadrà nulla e all'alba partiremo.»
Mi alzai e, avvicinatomi alla branda, infilai il coltello sotto il
cuscino. Mi fissò rossa in faccia con un'espressione di rabbia ed
esasperazione, poi si girò bruscamente e se ne andò.
Ritornai a sedermi vicino al braciere; mentre delicatamente mi
toccavo i graffi, sorridevo al pensiero del temperamento della donna
che Donuil aveva sposato.