L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

98 Kalle Korhonen
La percentuale del formulario L4 è 33-42% (33%-42%). 400 È, quindi, il formulario
nettamente più comune attestato negli epitaffi pagani latini in prosa a Catania. Qui segnalo
anche la percentuale totale delle categorie L3a e L4, cioè, in cui il nome del defunto, iniziale, è
al nominativo, e viene seguito dall'età. Negli epitaffi certamente catanesi è tra 50% e 56%.
2.5.2.2. Il nome del defunto al dativo o al genitivo in posizione iniziale (L5)
In alcuni epitaffi catanesi è presente la frase S2 (vd. sopra), ma il nome del defunto è al dativo
o al genitivo. Questa categoria, nominata L5, è molto comune ad esempio a Roma. Mentre
nella categoria L4 il primo elemento dopo l'invocazione, il nome e l'età del defunto, formava
una frase grammaticale, la struttura sintattica è qui diversa.
L5: (invocazione +) nome1[dat. o gen.] + età + S2
(xxxiii) D(is) M(anibus) s(acrum). / L(ucio) Arrio / Herme, / vixit / mens(es) V, / dies XXV, /
f(ecit) b(ene) m(erenti) / Chari/to ver/nae suo. (58)
(xxxiv) D(is) M(anibus) s(acrum) / [P(ubli) (?)] Sextili Severi. / P(ublius) Sextilius Stephanio
/ patri piissimo; / vixit annos LX. (128)
Nel (xxxiii) il nome è al dativo; nel (xxxiv) al genitivo. Gli elementi sono, comunque, gli stessi
che nel tipo L4. Dal punto di vista dell'analisi sintattica, nel (xxxiii) la frase che indica l'età
può essere classificata o come una frase relativa, anche se manca il pronome relativo, o come
un'altra frase principale.
Vista la morfologia latina di molti nomi femminili, il caso del nome della persona
defunta non è sempre definibile, ma può essere genitivo o dativo. Perciò, non ho creato una
sottodivisione a seconda del caso del nome del defunto.
(xxxv) D(is) M(anibus) s(acrum). / [---]atiae Dori/[di-], v(ixit) a(nnis) XX, Nice/[phor (?)]
pater filiae / piissimae. (CIL X 7092)
(xxxvi) D(is) M(anibus) s(acrum). / Pomponiae Castae / Nomius Domi¢tÜiae / Domitiani
ser(vus) / piae coniugi ¢fÜ(ecit); / v(ixit) a(nnis) XXV, d(iebus) XX. (120)
Negli esempi (xxxiv) e (xxxvi) l'indicazione dell'età è stata collocata alla fine
dell'epitaffio, dopo la S2. Come di solito a Catania, il pronome relativo è stato omesso.
Mentre nei pochi esempi greci di G5 si poteva dire che l'epitaffio consiste di una frase
principale, il caso è più complicato negli epitaffi latini della categoria L5. Nel seguente
esempio, possiamo sicuramente dire che c'è una sola frase principale dopo l'invocazione:
(xxxvii) D(is) M(anibus) s(acrum). / M(arco) Caepario / Sotericho et / filiae eius / M(arcus)
Capillianus / fecit. (CIL X 7054)
La S2 è stata ridotta in una semplice combinazione nome + verbo. Ma anche volendo, forse
sarebbe stato difficile trovare un epiteto attribuibile a tutti e due i defunti. L'epitaffio è
eccezionale anche perché le età dei defunti non vengono indicate. Come ho detto sopra,
400 I casi: n.ri 38, 51, 66, 69, 97, 113, 121, 122, 132, 138 e 142; CIL X 7039, 7055, 7059, 7060, 7075, 7083, 7088, 7093,
7097 e 7099; Libertini 1931a, 49 nr. 4 = id. 1931b, 369 nr. 2. Probabilmente catanesi: n.ri 55-57, 63, 75, 81, 114, 123,
136, 143 e 144. Per di più, due epitaffi frammentari, n.ri 141 e 154, appartengono alla categoria L3 o L4, e sette
epitaffi a L4 o L5 (caso del nome del defunto ignoto): CIL X 7063, 7067 e 7072; Manganaro 1993, 547, fig. 1 (AE 1993,
830) (certamente catanesi); n.ri 60, 131 e 156 (probabilmente catanesi).