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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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160 Kalle Korhonen<br />

L'iscrizione di L. Roscius Rufus fu trovata fuori dal contesto originario. Quindi, è<br />

incerta la tipologia: per la larghezza della lastra, che nella sua interezza doveva raggiungere<br />

quasi un metro, Eck ha proposto che possa provenire dal monumento funerario. Se è così, e<br />

Roscius Rufus fu veramente sepolto a Catania, è molto verosimile che fosse di origine<br />

catanese. Anche se l'iscrizione fosse onoraria, attaccata in una base di statua, il personaggio<br />

sarà comunque siciliano, come ha proposto Eck, viste le numerose testimonianze della<br />

famiglia nella Sicilia orientale. A Catania il gentilizio Roscius è tra i più comuni con cinque<br />

altre attestazioni; 52 nelle iscrizioni centuripine quattro personaggi portano il gentilizio (cfr.<br />

Eck, 237); uno, inoltre, ha il prenome L. 53 – Delle tribù attestate per i catanesi, vd. p. 72. – Le<br />

testimonianze su altri equestri siciliani sono state raccolte da Manganaro. –– Datazione:<br />

seconda metà del I secolo – prima metà del II.<br />

ISCRIZIONI DEI MAGISTRATI DELLA COLONIA<br />

17. Inv. 230 (Sala VI, 38). Cortile. Museo Civico.<br />

Ara marmorea pulvinata. In ogni angolo bucrani, danneggiati sul lato sinistro. Sul lato sinistro un<br />

urceus, su quello destro una patera. Corone pendenti sui lati e sul retro. Nella base e nel coronamento<br />

modanature ben articolate che continuano sui lati e sul retro. Campo epigrafico ribassato e<br />

riquadrato da una cornice modanata. 135 x 89 x 85; campo epigrafico 34 x 35; alt. lett. tra 4,0-4,4 (rr. 1<br />

e 5) e 3,5-3,8 (rr. 3 e 6). Punti triangolari.<br />

Provenienza: Catania. "Rescripsit Carolus Gemmellarus professor Catinensis cippum illum in fundo<br />

quodam ducis Carcaci, qui situs est prope collem D. Clarae, ubi antiquorum Catinensium necropolis<br />

fuit, anno 1832 effossum, ibidem a se descriptum et delineatum esse; nunc vero exstare in villa<br />

eiusdem ducis prope SS. Mariae et Iesu extra moenia civitatis" (Henzen in Orelli – Henzen, p. 524); (si<br />

conserva) "nel giardino dietro la casa di campagna del duca di Carcaci ... rinvenuto in un predio<br />

rustico del proprietario fuori Porta Ferdinanda alla profondità di palmi 16 ca." (Carcaci 1841); visto<br />

nello stesso luogo da Mommsen. Il monumento è arrivato nel Museo Civico nel periodo tra la fine<br />

dell'Ottocento e gli anni '30 del Novecento, vista la segnalazione nell'Inventario.<br />

D(is) M(anibus) s(acrum).<br />

Q(uinto) Atilio Q(uinti) f(ilio)<br />

Cla(udia) Severo,<br />

praef(ecto) fabr(um),<br />

5 IIvir(o) suf(fragiis)<br />

popul(i) creato.<br />

CIL X 7023 (Mommsen). G. Alessi, Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia 3 (1832) 139 (da cui Orelli – Henzen<br />

1856, 416 nr. 7043, cfr. p. 524); Carcaci 1841, 192-93; id., Descrizione di Catania, Catania 1847 2 , I 224, II 129 (cit. nel<br />

CIL). – Da Mommsen: ILS 6771. – Cfr. Th. Mommsen, Römisches Staatsrecht III 1, Leipzig 1887, 350 nota 1;<br />

Kubitschek 1889, 130; W. Liebenam, Städteverwaltung im römischen Kaiserreiche, Leipzig 1900, 248; id., RE V (1905)<br />

1811; Holm – Libertini 1925, 75-76 n. 2; Libertini 1937, 42 ; Forni 1980, 955; D. Asheri, Kókalos 28-29 (1982-83) 464;<br />

Manganaro 1988, 53; G. Forni, Le tribù romane I 1, Roma 1996, 226 nr. 1217.<br />

5: La lettura anteriore SVI fu emendata da O. Hirschfeld (ap. Holm) e corretta dopo l'autopsia da<br />

52 Nelle epigrafi 124 (f.), 125 (f.), 179 (f.), IG XIV 486 (frammentaria) e Manganaro 1994, 86-88 nr. 5 (f.).<br />

53 Le iscrizioni sono CIL X 7010 (L. Roscius Melanio), NSA 1953, 360 (due M. Roscii Cironni – il cognome non<br />

sembra grecanico) e Rivista di storia antica 5 (1900) 48 nr. 13 (Roscius Magnus).

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