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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 239<br />

Inedita.<br />

Può darsi che la forma della lastra fosse irregolare sulla parte superiore già nel<br />

momento dell'incisione. Sui Vipsanii a Catania, vd. il commento all'iscrizione precedente. Per<br />

il formulario, è molto simile l'epitaffio di un altro Vipsanius (Beicãniow ZvtikÒw), IG XIV 495. –<br />

Datazione: probabilmente il II secolo, soprattutto in base alla paleografia.<br />

147. Inv. 298 (Sala VI, 106). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea ricomposta da due frammenti, inserita in un quadro di gesso. Lati inferiore e<br />

superiore lisci. 22,5 x 23,5 x tra 1 e 6; alt. lett. 1,8-3,0. Forme delle lettere: alfa con la traversa spezzata;<br />

∈ (talvolta con il braccio superiore collegato con il tratto intermedio, come al nr. 116); M a r. 1, m a r. 2;<br />

O, TT , %; psi montante (alt. 6), con bracci dritti; v. 2: traversa curva nell'eta. 1 e 3: punti oblunghi;<br />

punto tondo tra XAI e RE. 4: foglie di edera.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Segnalata nel Museo dei Benedettini a partire da Torremuzza,<br />

l'epigrafe fu collocata tra le catanesi da Kaibel, che accenna ad altri Vipsanii nella città. Anche se<br />

mancano gli elementi particolarmente probanti – il formulario è una variante di G3, con una clausola<br />

alla fine – la provenienza catanese mi sembra più verosimile di quella urbana, visto che l'epigrafe<br />

non viene segnalata nel Cod. Maruc. A 77, che contiene la grande maggioranza delle epigrafi urbane<br />

trasportate nel Museo dei Benedettini (cfr. p. 27), e la presenza del gentilizio Vipsanius.<br />

M(çrkow) Bicãniow Z≈simowzÆsaw<br />

kal«w th le':<br />

xa›re<br />

5 parode›ta.<br />

IG XIV 494 (Kaibel). Torremuzza 1769 1 , 167 nr. 22; 1784 2 , 177 nr. 24 (da V. M. Amico, cfr. sopra, p. 45); Ferrara 1829,<br />

349 nr. 2; Bertucci 1846, 30 nr. 4. Da Torremuzza: CIG III 5707.<br />

Il formulario è una variante di G3a, ma con il verbo nella forma infinitiva; per<br />

l'acclamazione finale non ci sono paralleli esatti a Catania. – L'iscrizione pare databile tra la<br />

metà del I e la fine del II secolo.<br />

148. Inv. 269 (Sala VI, 77) (fr. d). Magazzino del cortile, magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Quattro frammenti combacianti di una lastra marmorea, mutila nei lati sinistro e inferiore. Il<br />

frammento d è inserito in un quadro di gesso. Retro liscio. Fr. a: (10,5) x (7); b: (7,5) x (8,5); c: (3,7) x<br />

(13,5); d: (15) x (19,5); misure complessive: 20 x 25,5 x 2,1-1,5 (lo spessore è più ampio in alto). Alt. lett.<br />

2,2-1,5. Linee guida. Lettere irregolari. Forme: E, y, M, 0, S, W. 5: TH in nesso. 6: foglie di edera<br />

all'inizio e alla fine della riga (quest'ultima segnalata da Kaibel).<br />

Provenienza: Catania. "Fu trovata, pochi anni sono, da me stesso nel far cavare un sepolcro antico in un<br />

orto del barone delli Ficarazzi, e vicino le mura della selva del Convento de' Padri Riformati di S.<br />

Maria di Gesù, dentro il giro della quale si vedono ancora gli avanzi di sontuosissimi Colombarj"<br />

Biscari; "trovata dallo stesso principe nel 1750 scavando un antico sepolcro nell'orto del duca Furnari<br />

presso S. Maria di Gesù" Ferrara. Comunque, l'epigrafe fu vista nel Palazzo Biscari già nel 1749 da<br />

Blackburne.<br />

Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw) fl(erÒn):<br />

ZvtikÚw patØr<br />

fid¤ƒ t°knƒ mnÆ-

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