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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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170 Kalle Korhonen<br />

L'iscrizione, ormai molto consunta, trovata fra le rovine dell'acquedotto di Catania,<br />

commemorava i curatores della costruzione del medesimo. Il termine curatores si riferisce qui<br />

probabilmente soltanto ai responsabili di questo lavoro. Il nome di Q. Maculnius (o<br />

Magulnius) è certo, e verosimile quello di A. Turius (r. 4); il nome del collega fu forse T.<br />

Truttedius, come ha proposto Manganaro. Non sembra esserci spazio per i verbi pertinenti<br />

alla procedura edilizia (come fecerunt, probaverunt). – Sembra che i curatores non abbiano<br />

avuto cognomi, come non lo ebbe Q. Domitius in 74. Non sappiamo quanto manca a destra,<br />

ma per iscrivere i cognomi ci sarebbero voluti almeno due altri blocchi e una tale<br />

monumentalità non sembra verosimile per l'epigrafe. La paleografia e la presunta mancanza<br />

dei cognomi ha motivato le datazioni all'età augustea (G. Barbieri ap. Lagona, 86 nota 50,<br />

Coarelli, Wilson). 72 – Non abbiamo altre fonti sulla costruzione dell'acquedotto, di cui le<br />

rovine meglio conservate si trovano tra S. Maria di Licodia, dove era la sorgente, e Paternò<br />

(vd. Lagona, Wilson 1990); 73 sono difficilmente databili. Belvedere, che ritiene l'iscrizione<br />

inutile per la datazione dell'acquedotto, ha preferito il II secolo, per l'uso abbinato di opera<br />

quadrata e archi in laterizio. Comunque, sembra plausibile che l'acquedotto venisse costruito<br />

proprio nella prima età della colonia (Coarelli, Wilson). Nell'iscrizione catanese tardoantica<br />

IG XIV 453 = CIL X 7017 ci si riferisce a una parziale ricostruzione o una modificazione<br />

dell'acquedotto.<br />

FRAMMENTO DI UN ALBO COLONIALE (?)<br />

26. Inv. 907 (Sala IX, 86). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Due frammenti combacianti di una lastra marmorea, mutila in ogni lato. Retro liscio. (25) x (27) x 1,5;<br />

alt. lett. 2,5-2,9 (rr. 1-3) / 2,7-3 (r. 4).<br />

Provenienza: Catania. "[Cataniae] erutum a. 1773" Torremuzza (come il nr. 32). Segnalata nel Museo<br />

Biscari a partire dal medesimo.<br />

------<br />

[Mariniano et Pa]terno *I*I<br />

[---] Achilleus<br />

[---]s Claudi`[anus (?)]<br />

(vacat)<br />

[d(omino) n(ostro) Claudio Aug(usto) et] Paterno [*I*I*I ---]<br />

------<br />

CIL X 7025 (Mommsen). Torremuzza 1784 2 , 122 e 295 nr. 83 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45); Ferrara 1829, 338 nr. 3. –<br />

Manganaro 1988, 43; id. 1989, 168 nr. 33, fig. 35 (con fotografia) (AE 1989, 341c). – Cfr. Molé Ventura 1996, 221-22.<br />

1: II[VIRO] Mommsen; (fine): [COS.] Manganaro; mi sembra più verosimile che il testo finisca con la cifra.<br />

3: CLAVDI`[ANVS IIVIR?] Manganaro. 4: La P, vista da Mommsen, è stata sottolineata; alla fine, I`[II Manganaro,<br />

ma l'I non è visibile.<br />

Mommsen pensava che "fortasse v. 4 coepit epistula ad Paternum data", in base al<br />

72 La lettura della prima edizione di Walther Q·MACVLNIO avrebbe riportato forse al II secolo a. C., ma<br />

evidentemente era incorretta; anche per motivi storici non è plausibile.<br />

73 Non ho visto L. Nicolosi, L'acquedotto antico di Catania, Catania 1931; vd. la recensione di G. Libertini, ASSicOr 7<br />

(1931) 145-47.

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