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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 195<br />

64. Senza nr. inv. Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Frammento centrale di una lastra marmorea. Retro liscio. (8,5) x (10) x 3,7; alt. lett. 1,9-2,1.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. La testimonianza più antica dell'iscrizione risale al Mommsen,<br />

che la collocò tra le urbane. Credo piuttosto che sia locale, perché non è verosimile che frammenti di<br />

questo tipo siano stati portati da Roma a Catania (cfr. cap. 3.4).<br />

------<br />

[---]IO VII[---]<br />

[--- Ca]ecilia[---]<br />

[---]issi`m`'a'[---]<br />

------<br />

CIL VI 13792; CIL X 1088*, 70 (Mommsen).<br />

1: Vista solo da Mommsen, e quindi sottolineata. 3: ISS[IM] Mommsen. L'A fu aggiunta tra le righe.<br />

Anche Maecilia(-) è possibile, ma meno verosimile. – Datazione: II – III secolo.<br />

65. Inv. 235 (Sala VI, 43). Magazzino del cortile. Museo Civico.<br />

Lastra marmorea stondata nell'angolo superiore sinistro, inserita in un quadro di gesso. 25,5 x 24 x tra 1<br />

e 4,5; alt. lett. 1,2-2,8. Forme delle lettere: alfa e lambda con piccoli bracci in alto; ∈, Y; forma del mi: M a<br />

r. 1, corsiveggiante a r. 6; O, TT (con piedini), %, v. Apicature forti in molte lettere. Punti oblunghi,<br />

talvolta anche a forma di uncino (r. 3).<br />

Provenienza: Catania. "Proviene dall'area della demolita chiesa dei Cappuccini Vecchi, quasi<br />

sovrastante all'anfiteatro ... fu ritrovata in mezzo ad un sepolcreto impiantato su di un torrente lavico<br />

... che, provenendo da nord, correva in direzione della Chiesa del S. Carcere. Questo sepolcreto era<br />

costituito da una trentina di tombe ricoperte da grossi tegoloni di terracotta" (Libertini).<br />

Da¤mosi<br />

Xyon¤oiw.<br />

Kail¤a ÑEortØ<br />

§b¤vse th *o':<br />

5 Blãsth yugãthr<br />

mhtr‹ eÈsebestãt˙<br />

poise.<br />

Libertini 1931a, 46 nr. 11 [= id. 1981, 96].<br />

L'epitaffio, con il formulario tipico G4, è interessante a causa dell'invocazione Da¤mosi<br />

xyon¤oiw e il verbo biÒv, altrimenti non attestati negli epitaffi pagani della città. È notevole<br />

anche la forma poise, attestata in due altre iscrizioni catanesi (94 e 110). 122 Le forme poisa,<br />

poise(n), poisan sono attestate, anche se sporadicamente, dall'epoca arcaica in poi. 123 –<br />

Visto il suo gentilizio, la defunta poteva appartenere alla clientela della famiglia del duoviro<br />

L. Caelius Macer (n.ri 18-20). – I cognomi appartengono tipicamente all'onomastica greca<br />

dell'età imperiale. – La datazione proposta da Libertini è il II secolo. Essendo, comunque, il<br />

122 La troviamo evidentemente anche in NSA 1937, 78 (II), dove viene scritta pohse. Cfr. la forma po¤sv in una<br />

defixio proveniente da Centuripe, databile ai secoli I/II d. C.: J. Curbera, GRBS 38 (1997) 398.<br />

123 Grecia continentale: vd. Curbera, cit. 398 n. 4; Roma: IGUR 344, 481, 786, 1012, 1043, cfr. po›sen nell'epigramma<br />

1243; ICUR 3122 e 4027; Macedonia: Srpska kraljevska Akademija Spomenik 71 (1931) 222 nr. 590, cfr. anche 145 nr. 358<br />

(poisan) (citato nel PHI #7); Asia Minore: I. Ephesos 3470; Die Inschriften von Erythrai und Klazomenai II (IK 2) 535;<br />

forse TAM IV 60.

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