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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 225<br />

– Nelle iscrizioni catanesi gli eredi vengono menzionati raramente, il che è in contrasto con<br />

l'Italia romana. – Alla fine (rr. 10 ss.) si trovano le prescrizioni sull'uso della tomba, rare<br />

nell'epigrafia di Catania (vd. p. 78). Il verbo fyãnv non appare usato altrove in contesto<br />

funerario. Nel greco tardo è possibile usarlo nel significato "arrivare in qualche luogo", 162 il<br />

che sembrerebbe il senso della r. 11. Così, la traduzione della parte finale potrebbe essere<br />

come segue: "annunciamo che se qualcuno arriva in questo luogo, non avrà il diritto di<br />

violare la tomba" ecc. – Datazione: III secolo o inizi del IV.<br />

119. Inv. 639 (Sala VII, 283). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Due frammenti di una lastra marmorea, mutila a sinistra e nella parte media. Retro grezzo. Campo<br />

epigrafico ribassato e riquadrato in alto da una cornice semplice. Fr. a: (11) x (11); fr. b: 14 x (22);<br />

spess. 2,3. Alt. lett. 2,9-1,8. 1: l'ultima I, nana, è all'interno della C. Apicature forti. Punti triangolari.<br />

Provenienza: Catania. "In suburbana Vincentii Paternionii Raddusae dynastae villa inventus, penesque<br />

Hyacinthum Vincentii filium asservatus" Amico; segnalata nel Museo Biscari a partire da<br />

Torremuzza. Non dubiterei sulla provenienza catanese (sulla collezione, vd. p. 17).<br />

C(ai) Pompei Felicis<br />

et Scr[ib]oniae Restitutae.<br />

CIL X 7084 (Mommsen). Per intero: Torremuzza 1769 1 , 182 nr. 102; 1784 2 , 192 nr. 117 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45);<br />

Ferrara 1829, 358 nr. 4. Soltanto la parte destra: Amico 1741, 225 nr. 29 (da cui Torremuzza 1769 1 , 269 nr. 46; 1784 2 ,<br />

288 nr. 47; Ferrara 1829, 380 nr. 3).<br />

È interessante, ma comunque una coincidenza, come i nomi dei defunti, probabilmente<br />

una coppia libertina di marito e moglie, riflettano i matrimoni dei Pompeii e Scribonii<br />

senatori. 163 – Il formulario con i soli nomi dei defunti è raro a Catania (L1; cfr. cap. 2.5.1.1). –<br />

La lastra sembra databile al I secolo, in base alla paleografia e alla mancanza dell'invocazione<br />

agli Dei Mani.<br />

120. Inv. 886 (Sala IX, 65). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea spessa. Campo epigrafico riquadrato da una cornice modanata. Retro grezzo, lati<br />

parzialmente rifiniti. 24 x 32 x 12,5; alt. lett. 1,0-1,5. Lettere non molto regolari; la M assume un<br />

andamento lievemente corsiveggiante. Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. La segnalazione più antica risale alla seconda edizione di<br />

Torremuzza, che riporta l'epigrafe come conservata dai Benedettini. Mommsen la collocò tra le<br />

urbane. Sembra, comunque, preferibile la provenienza catanese, a causa del fatto che l'iscrizione non<br />

viene segnalato nel Codice Marucelliano A 77, come lo è invece per oltre 90% delle iscrizioni urbane<br />

nella collezione dei Benedettini (vd. p. 27), e gli altri aspetti dell'epigrafe (D. M. S., forse anche piae<br />

coniugi e l'aspetto esterno; vd. capp. 3.2-3.3).<br />

D(is) M(anibus) s(acrum).<br />

Pomponiae Castae<br />

Nomius Domi¢tÜiae<br />

162 Vd. F. Montanari et al., Vocabolario della lingua greca, Torino 1995, 2147.<br />

163 Sui collegamenti tra i Pompeii e i Scribonii, vd. R. Syme, The Augustan Aristocracy, Oxford 1986, 255-69.<br />

Ringrazio Mika Kajava per il suggerimento.

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