L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

338 Kalle Korhonen
CIL VI 27193; CIL X 1088*, 342 (Mommsen). P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 143v; Anonimo (2), cod. cit. f. 143r;
Torremuzza 1769 1 , 186 nr. 125; 1784 2 , 197 nr. 146 (da V. M. Amico, cfr. sopra, p. 45); Ferrara 1829, 416 nr. 8; Bertucci
1846, 33 nr. 3.
Per la forma, paralleli vicini sono il nr. 340 e CIL VI 35354 (Imagines Mus. Cap. 235 nr.
615), che potrebbero provenire dalla stessa officina. Altri paralleli: CIL VI 11025 (Imagines
Mus. Cap. 235 nr. 611), 14244 (cit. 235 nr. 612) e 33794 (cit. 233 nr. 594). – Il cognome
Lanthanusa non è molto comune a Roma (9 altri casi in Solin 1982, 937). – Datazione: prima
metà del I secolo.
335. Inv. 339 (Sala VI, 147). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea. Retro e lati lisci. Campo epigrafico riquadrato da una cornice composta da due
solchi. 21 x 30 x 3; alt. lett. 1,8-2,5. 1: V, 2: TI inserite nella cornice. Punti triangolari; linee guida.
Provenienza urbana. "A P. Scamacca coempta", secondo Galletti, cioè, nel mercato antiquario romano
(cfr. cap. 1.3.2.3, 1.3.7). "In Museo Catanensi coenobii S. Nicolai adservatur" (id.); fu trasportata negli
anni '40 del Settecento a Catania. Potrebbe provenire dallo stesso monumento con i n.ri 294 e 295,
perché vengono menzionati membri della gens Helvia, e i testi vengono presentati insieme da Galletti.
D(is) M(anibus).
Tertullae coniu(gi)
suae bene merenti
fecit T(itus) Helvius
5 Astius et sibi.
CIL VI 27289; CIL X 1088*, 343 (Mommsen). P. L. Galletti, Cod. Maruc. A 77 f. 163v; Torremuzza 1769 1 , 143 nr. 44;
1784 2 , 150 nr. 51 (da V. M. Amico, cfr. sopra, p. 45); Ferrara 1829, 422 nr. 6; Bertucci 1846, 34 nr. 13.
Il cognome Astius è poco comune a Roma (7 altri casi in Solin 1982, 789). – Datazione:
seconda metà del I secolo – II secolo.
336. Inv. 566 (Sala VII, 210). Magazzino superiore. Collezione Biscari.
Lastra marmorea mutila nell'angolo superiore destro. Campo epigrafico riquadrato da una linea retta e
una linea ondulata incise su tre lati, non in basso. 26,5 x 19,5 x 2,4; alt. lett. 1,9-2,7. Le M e le N
corsiveggianti. 1: foglia di edera; punti nelle rr. 3-4.
Provenienza urbana confermata dalla segnalazione di Venuti (Cod. Vat.): "apparteneva al P.
Scammac(c)a, che l'Anno 1748 mandò in Sicilia p(er) aricchire un Museo" (cfr. cap. 1.3.5) e
dall'esistenza di una copia "gallettiana", che si conserva nello stesso museo di Catania (nr. 491).
Luogo di ritrovamento ignoto. Segnalata nel Museo Biscari a partire da Torremuzza.
D(is) M(anibus).
Theogenes
vix(it) an(nis) XIII;
Union et Eari-
5 nus fratri
dulcissimo
fec(erunt).
CIL VI 27355; CIL X 1088*, 345 (Mommsen). R. Venuti, Cod. Vat. lat. 7935 f. 39r; A. Guarnieri, Schede di Osimo f.
215v (da R. Venuti; cit. nel CIL); Torremuzza 1769 1 , 158 nr. 7; 1784 2 , 166 nr. 8 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45); Ferrara