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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 133<br />

latino tra le urbane in principio rimarrà praticamente l'unica alternativa riguardo ad una<br />

collezione come, ad esempio, la collezione Borgia. Nel caso delle collezioni siciliane, invece, è<br />

necessario un'atteggiamento più cauto, che prende in considerazione anche la diversità delle<br />

culture epigrafiche. Era a mio avviso esagerata, inoltre, la decisione mommseniana di<br />

collocare tutti i frammenti senza evidenti collegamenti locali nel CIL VI. Era basata sull'ipotesi<br />

che i frammenti urbani siano stati accettati nella collezione, quelli locali, invece, eliminati.<br />

Le ricollocazioni qui proposte arricchiscono la nostra immagine della cultura<br />

epigrafica catanese. Non la cambiano, come si può notare anche dalle statistiche presentate<br />

nei capitoli riguardanti i formulari o la proporzione degli epitaffi greci e latini (p. 117). In ogni<br />

caso, a prima vista il nuovo materiale catanese elencato nella tavola 8 può sembrare<br />

numeroso. Può emergere la domanda: da dove proviene tutto questo materiale? Comunque,<br />

se escludiamo i frammenti, le novità sono una ventina, e quindi non particolarmente<br />

numerose in confronto con la quantità di tutto il materiale epigrafico catanese. Si tratta di<br />

epigrafi ritrovate soprattutto nei molti scavi, per la maggior parte non archeologici, del<br />

Settecento. Era un intenso periodo di ricostruzione a Catania, una città distrutta dal<br />

terremoto. Come si è detto in precedenza, i protagonisti nella creazione delle collezioni attivi<br />

a Catania, Vito Maria Amico e Ignazio Biscari, avevano la tendenza di considerare tutto il<br />

materiale – importato e locale – come parte del patrimonio epigrafico catanese. Il Biscari<br />

aveva, inoltre, la possibilità di vedere il materiale pubblicato, a cura del Torremuzza, sotto il<br />

titolo Siciliae et objacentium insularum veterum inscriptionum nova collectio. Quest'opera<br />

presentava un'immagine magnifica ma sbilanciata della ricchezza del patrimonio epigrafico<br />

locale. Le ricollocazioni di Mommsen e Kaibel hanno causato un altro squilibrio in direzione<br />

opposta. Insomma, è ora di presentare, finalmente, un'immagine equilibrata del materiale<br />

epigrafico nelle due collezioni catanesi, affinché i diversi componenti possano essere<br />

apprezzati a seconda della loro vera provenienza.

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