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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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210 Kalle Korhonen<br />

[---] Gemellùs [---]<br />

[---]ET`+ Geme[ll- ? ---]<br />

------<br />

CIL X 7103 (da Ferrara); cfr. p. 992 (H. Dessau dalla lapide). Ferrara 1829, 380 nr. 9. – C. Stevenson, Cod. Vat. lat.<br />

10574 f. 170r (lucido).<br />

...VIAEAV / PCENEITVS / T·P·GEME Ferrara; AVIAE AV / +GEMELIVS / ET·P·GEME Dessau. A r. 2<br />

sembra, comunque, visibile il braccio della seconda L.<br />

Alla prima riga si può integrare, ad es., Flaviae. Alla r. 2 Dessau ha letto il gentilizio<br />

Gemellius, scritto Gemelius. Se fosse così, alla r. 3 si potrebbe integrare lo stesso gentilizio<br />

preceduto da et e un prenome. È, comunque, preferibile Gemellus a r. 2. In ogni caso, il<br />

formulario sembra L5. – La datazione è difficile: dalla seconda metà del I secolo alla prima<br />

metà del III.<br />

92. Inv. 309 (Sala VI, 117). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Frammento inferiore destro di una lastra marmorea, mutila anche nell'angolo inferiore destro. (16,5) x<br />

(17) x tra 1 e 4; alt. lett. 3,0-2,0. Forme delle lettere: A, E, M; omicron romboidale; P, S. Punti triangolari<br />

(anche nella r. 2 dopo DRI, secondo Stevenson). Le misure del frammento sinistro, prese dal codice,<br />

sono (13,5) x (10).<br />

Provenienza: probabilmente Catania. La segnalazione più antica dell'iscrizione risale a Kaibel, che vide<br />

il frammento destro nel Museo dei Benedettini; negli anni '80 dell'Ottocento, il frammento sinistro fu<br />

visto nel "corridore" degli stessi locali, ormai Antiquarium comunale, da Stevenson. Kaibel collocò il<br />

suo frammento tra le iscrizioni catanesi a causa della forma romboidale dell'omicron. Sembra che sia<br />

catanese, anche perché si tratta dei frammenti appartenuti alle collezioni civiche (cfr. pp. 66-67, cap.<br />

3.4).<br />

5<br />

[---]++n& én-<br />

dr‹ z Æsanti<br />

th me' Grã-<br />

pt h sÊmbio[w]<br />

§ po¤hs[en.]<br />

IG XIV 468 (Kaibel, soltanto il frammento destro). – C. Stevenson, Cod. Vat. lat. 10574 f. 171r (disegni 1:1 di<br />

ambedue frammenti, separati); Ferrua 1941, 179 nr. 42 (da Stevenson e Kaibel, collegando i frammenti).<br />

La parte vista da Stevenson, ma perduta, è stata sottolineata. 4: Alla fine V è teoricamente possibile<br />

(sumb¤ƒ), ma inverosimile, vista la presenza della parola éndr¤.<br />

Esprimere il nome del defunto al dativo non è molto comune a Catania, ma comunque<br />

una pratica attestata (formulario G5). Il nome del defunto doveva finire in -naw (o -nçw). –<br />

Datazione: seconda metà del I secolo – II secolo.<br />

93. Inv. 290 (Sala VI, 98). Magazzino del cortile. Museo Civico.<br />

Lastra marmorea mutila a destra e in basso, inserita in un quadro di gesso. (17,5) x (9,5) x tra 1 e 5,5; alt.<br />

lett. 2,5-2,7. Forme delle lettere: A, E (?), S, W. 2: forse un punto triangolare.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Si tratta di un frammento piccolo in greco (cfr. cap. 3.4).<br />

ÑIla[r- ---]<br />

HS[--- yu-]

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