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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 19<br />

ritrovamento. Questa parte contiene 19 diverse iscrizioni autentiche e 71 copie.<br />

Le indicazioni delle date di ritrovamento sono di due tipi: talvolta Scammacca scrive<br />

esplicitamente "ritrovato l'an. 1743"; in altri casi, abbiamo la sola cifra dell'anno. Comunque,<br />

possiamo concludere che anche queste cifre sono state intese come anni di ritrovamento: in<br />

un'indicazione a f. 6r, dove Scammacca scrive prima soltanto "Marmo / 1743", aggiunge poi<br />

"ritrovata in Roma l'an." accanto alla cifra dell'anno. L'iscrizione in questione è una copia.<br />

Inoltre, in un caso (358 = ICUR 4024) non viene indicata la data di ritrovamento, ma un'altra<br />

data: "fu ritrovata nelle catacombe e mi fù regalata dal Rmo. Sig. Canonico Vmiltà l'anno<br />

1745" (f. 5v). 53 In tutto, gli anni menzionati sono 1742 (f. 4r), 1743 (5v, 6r, 7r, 9v), 1745 (5v, 6v,<br />

7v, 13r) e 1746 o "c. 1746", dove "c." sarà "circa" (5v, 13v, 14r). Troviamo anche l'esatta<br />

datazione al 20 settembre 1746, che viene attribuita a 13 iscrizioni nei ff. 1r-1v, 4r, 15v e 16v.<br />

Tuttavia è notevole che tutte le iscrizioni con questa data, e quasi tutte le iscrizioni con<br />

indicazioni degli anni, siano copie.<br />

Le uniche iscrizioni autentiche con l'indicazione dell'anno di ritrovamento sono le due<br />

iscrizioni pagane segnalate nel f. 7r, e le cinque cristiane nei fogli 4r, 13v e 14r. Delle cristiane,<br />

la prima ha la data "1742", le altre "1746". 54 Per quanto riguarda le due epigrafi pagane (260 =<br />

CIL VI 10766 e 289 = CIL VI 18121a), si tratterebbe secondo Scammacca di due lati della stessa<br />

lastra, ritrovata "l'anno 1743 sotto la chiesa di S. Balbina in Roma" (cioè, sull'Aventino). Anche<br />

se le lastre sono in realtà due, le loro misure sono molto simili. Potrebbero a mio avviso<br />

provenire dalla stessa officina lapidaria.<br />

In tutto, i luoghi di ritrovamento sono indicati otto volte, attribuiti a dieci iscrizioni. 55<br />

Di queste, sei sono copie. Allora, forse i luoghi sono veramente i luoghi di ritrovamento degli<br />

archetipi? Questo sembra essere il caso della copia di CIL VI 9028: secondo Marangoni,<br />

l'archetipo fu ritrovato alle radici dell'Aventino. La copia di CIL VI 21774 fu, secondo<br />

Scammacca, ritrovata "in una cava fuor di Porta Maggiore in Roma distante dalla mede(si)ma<br />

un 4to [?] 56 di miglio incirca". Sappiamo che CIL VI 21774 apparteneva alla collezione<br />

Ficoroni, ma non ne è tramandato il luogo di ritrovamento, e credo che possa essere proprio<br />

questo. Per altre iscrizioni, invece, i luoghi indicati non possono essere quelli di ritrovamento<br />

dell'originale. CIL VI 3993 proviene dal Monumentum Liviae, e CIL VI 12456 fu vista agli inizi<br />

del Settecento nella zona di Porta Pinciana; tutte e due furono segnalate da F. Bianchini.<br />

Inoltre, CIL VI 24529, la cui copia fu ritrovato, secondo Scammacca, "nelle fondamenta del<br />

Palazzo Cesarini in Roma l'an. 1746", era stata vista a Roma già nel 1731 da Francesco Vettori.<br />

Per quel che concerne le quattro epigrafi autentiche (vd. n. 55), mi sembra possibile<br />

che i luoghi di ritrovamento siano corretti. Scammacca è l'unica testimonianza sul luogo di<br />

ritrovamento di CIL VI 10766 (= 260) e 18121a (= 289); Galletti, che tramanda le due iscrizioni<br />

con le stesse notizie, le ebbe evidentemente dal catanese. È interessante che almeno CIL VI<br />

8433, l'archetipo dal quale fu tratta la copia catanese 398, proveniva dallo stesso scavo.<br />

Sempre secondo Scammacca, la 358 = ICUR 4024 fu "ritrovata nelle catacombe", come ho detto<br />

53 Lo stesso canonico viene menzionato nel f. 165r, scritto da P. L. Galletti, in rapporto con alcune iscrizioni che<br />

non sono finite a Catania: "A di 12 Ottobre 1748. In casa dell'Hmo. S. Canonico Umiltà."<br />

54 F. 4r: 361 = ICUR 9081; f. 13v: 346 = ICUR 2681; f. 14r: ICUR 2685, 348 = ICUR 2683, 355 = ICUR 2692.<br />

55 F. 5v (425 = copia di CIL VI 12456, 358 = ICUR 4024 e CIL X 1509*, 5), 6r (407 = copia di VI 9028), 7r (260 = VI<br />

10766 e 289 = VI 18121a), 7v (461 = copia di VI 21774), 9v (copie di VI 3993 e di un'iscrizione non identificata, CIL X<br />

1509*, 1) e 13v (474 = copia di VI 24529).<br />

56 Dopo "un", le lettere sono "xgo" o "xyo"; la frazione più verosimile mi pare "quarto".

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