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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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214 Kalle Korhonen<br />

derivata da stolÆ "indumento", "stola", oppure stÒlow "viaggio, esercito, flotta", il significato è<br />

ambiguo; 145 tutte e due le parole erano in uso corrente in età imperiale. Mi sembra comunque<br />

più verosimile che l'epiteto si riferisca qui alla stola, l'indumento delle donne romane di libera<br />

nascita. – Datazione: seconda metà del I secolo – prima metà del II secolo.<br />

100. Inv. 257 (Sala VI, 65) (frammenti superiori). Mag. cort., mag. sup. Collezione Biscari.<br />

Quattro frammenti combacianti di una lastra marmorea mutila in basso. Retro liscio. (13) x (23,5)<br />

(frammenti superiori); 7,5 x 7 (frammento inferiore). Misure complessive: (20) x (23,5) x 1,5; alt. lett.<br />

1,6-3,0. Forme delle lettere: alfa con la traversa spezzata; E; theta, omicron e fi romboidali; M, S. 3: MH<br />

in nesso. Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Segnalata nel Museo Biscari a partire da Ferrara, che la include<br />

nella "seconda sezione" (cfr. p. 54); "Sicula sine dubio", Kaibel, a ragione. La provenienza dalla zona<br />

catanese sembra probabile, visto il formulario G4 (cfr. p. 124).<br />

5<br />

ÉIoul¤a Ger`[ma-]<br />

nå ≤ yeofilØw zh[sen]<br />

th id', m∞(naw) ia', ≤(m°raw) ¢iÜe'(?) : ÉIo[Êli-]<br />

ow G erma nÚw glukutãt˙<br />

y ugat r‹ §po¤h [sen.]<br />

IG XIV 480 (Kaibel). Ferrara 1829, 390 nr. 3.<br />

La parte perduta dopo Kaibel è stata indicata con sottolineatura. 1-2: Ger[mç]/na Kaibel; l'occhiello del R<br />

doveva essere piccolo. La lettera che segue la E potrebbe anche essere G, I o P, forse anche N, ma sembra più<br />

verosimile che il cognome fosse Germana, visto anche il cognome del fratello. 3: (il numero dei giorni): HE lapide.<br />

Quindi, anche ke' (25) è possibile.<br />

È notevole l'attributo yeofilÆw, raro nell'epigrafia greca pagana. In base a una ricerca su<br />

PHI#7, l'epiteto viene usato come tale nell'epigrafia cristiana cretese nelle frasi come ı tØn<br />

yeofil∞ mnÆmhn (genãmenow); per di più, nel superlativo viene usato nella tarda antichità<br />

ovunque come attributo dei vescovi, imperatori ecc. Questo caso sembra troppo antico per<br />

poter appartenere ai cristiani. – La datazione è difficile: I-II secolo.<br />

101. Inv. 468 (Sala VII, 112). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea. Retro grezzo, lavorato di più in basso. 16 x 19 x 3,5; alt. lett. 1,5-2,5. Lettere profonde.<br />

Le A corsiveggianti; R corsiva (quasi come un'A senza la traversa). Punto a r. 1.<br />

Provenienza: probabilmente Catania (o un altro centro della Sicilia orientale?). L'iscrizione, segnalata<br />

nel Museo Biscari a partire dalla seconda edizione di Torremuzza, fu collocata tra le urbane dal<br />

Mommsen (CIL X). Comunque, è rimasta fuori dal CIL VI. È difficile stabilirne l'origine in base al<br />

contenuto, ma il criterio a mio avviso più importante è il fatto che l'iscrizione compare soltanto nella<br />

seconda edizione della raccolta di Torremuzza, il che sembra rendere impossibile la provenienza<br />

urbana (cfr. p. 47). Sarebbe, quindi, catanese, se non proviene da un'altra città della Sicilia orientale<br />

(cfr. p. 124).<br />

C(aia) Iulia<br />

Prisca<br />

Venus<br />

a(nnorum) XIIII.<br />

145 Gli editori del LSJ (p. 1940) non prendono una posizione.

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