L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 387
Copia e unica testimonianza diretta di CIL VI 28446; CIL X 1089*, 208. Torremuzza 1769 1 , 187 nr. 130; 1784 2 , 198 nr.
152 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45); Ferrara 1829, 417 nr. 15.
Sembra che l'archetipo fosse mutilo, visto che la copia contiene soltanto due gentilizi. I
nomi Venerius e Vesidius sono attestati, ma non comuni (vd. Schulze 1904, 482-83 e 255);
sembra, quindi, impossibile che la copia sia soltanto una creazione settecentesca.
499. Inv. 607 (Sala VII, 251). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Mattone di terracotta. Retro grezzo. 20,5 x 23 x 3,7; alt. lett. 2-2,7. Mano B. Spazi tra le parole. Lettere
poco profonde.
vibia m·f / sabina v·a / vii·m i d·viii
Copia di CIL VI 28887 (= Imagines Mus. Cap. 362-63 nr. 1128); CIL X 1089*, 211. P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f.
9r; Galletti, Diario (Cod. S. Paolo), p. 81 (da Scammacca).
L'archetipo, finito nei Musei Capitolini, aveva appartenuto alla collezione Ficoroni.
Un'altra copia è stata segnalata a Ravenna (CIL XI 27*, 16).
500. Inv. 407 (Sala VII, 51). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea. Campo epigrafico riquadrato da un solco. 29,5 x 29 x 2,2; alt. lett. 1,6-2,8. Mano B.
Scrittura continua. 1: Lettere notevolmente più grandi delle altre righe.
d m / c vitora bereniciani / vitoria brisei orimae / de se merenti patrono / 5 et sibi
liberti qvelle/s et svis posteris/qve eorvm
Copia di CIL VI 29096; CIL X 1089*, 214. P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 3v (da cui A. F. Gori, Cod. Maruc. A 6
f. 83v); Anonimo (1), Cod. Maruc. A 77 f. 142v.
Anche nell'archetipo, i nomi si scrivono Vitori, Vitoria. Le parole que eius sono diventate
QVELLES. L'archetipo è stato segnalato nella collezione Albani a Soriano (Marini).
501. Inv. 717 (Sala VIII, 64). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea. Angoli superiore sinistro e inferiore destro tagliati. Retro liscio. 9,5 x 22 x 2; alt. lett.
1,1-1,4. Mano B, ma con alcune apicature.
silvano·sagr / callistratvs / (palma)
Copia e unica testimonianza diretta di CIL VI 31019; CIL X 1089*, 12. P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 11v (da cui
A. F. Gori, Cod. Maruc. A 6 f. 86r). – 1: SACR Mommsen.
Scrive il Mommsen, a ragione, "recens incisus; expressus videtur ad archetypum vero
antiquum". L'archetipo era una dedica.
502. Inv. 543 (Sala VII, 187). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea mutila in basso. Campo epigrafico riquadrato da un solco (larghezza 1,0 cm). Retro
liscio, con tracce di una cornice. 17 x 27 x 3; alt. lett. 0,9-1,4. Mano B, ma con apicature. Spazi come
indicato.
d m / m·lvccei·m·et C l / martial / vixii anisxxxiiii / 5 m·lvceivs·m·l· / ottatvs e thlceiae
/ m·hebenefilio et / sibbi fecervnt
Copia di CIL VI 34139 = 21540; CIL X 1509*, 3 (da Scammacca). P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 2v; Anonimo
(2), cod. cit. f. 143r. – La parte inferiore è stata perduta; il testo, sottolineato, è stato preso da Scammacca.
Mommsen non ha trovato la copia. L'archetipo, in cui il nome della madre del defunto è
Lucceia M. l. Hebene (cfr. rr. 6-7), non fu visto dagli editori dei primi volumi del CIL VI, dove il
nr. 21540 è solo la ricostituzione dell'originale sulla base del testo della copia, preso dal