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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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144 Kalle Korhonen<br />

1. ISCRIZIONI SICILIANE<br />

Catania (1–234)<br />

ISCRIZIONI DELLE EPOCHE CLASSICA ED ELLENISTICA<br />

1. Inv. sala IV, agg. 19. Magazzino superiore. Museo Civico.<br />

Rilievo di "marmo greco a grana fine" (Libertini), ricomposto da due frammenti e recentemente<br />

restaurato, mutilo nell'angolo inferiore sinistro e a destra. Sono rappresentate due figure femminili: a<br />

sinistra, Demetra frontale, vestita di peplo, solleva un lembo dell'himation; la precede a d. Core,<br />

vestita con un chitone e con il capo coperto, che protende la fiaccola con la mano sinistra. A destra<br />

delle figure, un oggetto con una cavità, probabilmente un altare delle divinità ctonie. Le immagini<br />

dei dedicanti erano forse nella parte destra, ora mancante. Il rilievo è riquadrato in alto e in basso da<br />

listelli, sui quali sono le iscrizioni. Retro alquanto grezzo (lavorato a punti). 42 x (44) x 7,5; alt. lett.<br />

0,9-1,0. Forme delle lettere: A, E, M, O, S, V.<br />

Provenienza: Catania. "Rinvenuta qualche anno fa nella piazzetta di S. Niccolò di Triscina, durante gli<br />

scavi che si facevano per la nuova sistemazione del palazzo della Banca d'Italia"; il rilievo era stato<br />

usato come riempimento in "un piccolo vano recinto da muri, forse il cortile di una costruzione<br />

medioevale", localizzato "nel fronte orientale di questo edificio, a circa due metri dal livello attuale<br />

della piazza" (Libertini, AEph). In seguito venne trasportato nel Museo Civico.<br />

(sopra il rilievo)<br />

Dãmatri ka‹ [K]Òrai.<br />

(sotto il rilievo)<br />

[---]vn ka‹ è gunå aÈtoË ÉAris[--- k]a‹ tå t°kna é`[n°yhkan (?).]<br />

G. Libertini, AEph 1937, 721-26 (con fotografia) (BE 1946-47, 264); id., Bollettino storico catanese 4 (1939) 124-28, tav.<br />

III (con fotografia) [= Libertini 1981, 117-20]; G. Manganaro, ArchClass 17 (1965) 186-87. – Cfr. G. Zuntz, Persephone,<br />

Oxford 1971, 155; A. Peschlow-Bindokat, JDAI 87 (1972) 112-13, 150 (fotografia: fig. 35); G. Neumann, Probleme des<br />

griechischen Weihreliefs (Tübinger Studien zur Archäologie und Kunstgeschichte 3), Tübingen 1979, 58 (fotografia:<br />

tav. 32a); L. Beschi, LIMC IV 1 (1988) 865 nr. 229 (fotografia: IV 2, 577 nr. 229); V. Hinz, Der Kult von Demeter und<br />

Kore auf Sizilien und in der Magna Graecia (Palilia 4), Wiesbaden 1998, 160.<br />

2: Dopo TEKNA, segue l'asta sinistra di un A o un L, omesso dagli editori anteriori. L'integrazione è stata<br />

proposta da Jaime Curbera; anche a`[Èt«n] è pensabile, ma non tutte e due le parole, visto che non sembra mancare<br />

molto a destra.<br />

Si tratta di un rilievo votivo notevole in tutto il mondo greco occidentale. Lo stile della<br />

scultura viene generalmente messo in rapporto con i rilievi attici dell'ultimo quarto del V<br />

secolo a. C. (Libertini 724-25, Peschlow-Bindokat, Neumann, Beschi, Hinz). Quindi, Neumann<br />

ha proposto che l'oggetto sia arrivato a Catania durante la Guerra peloponnesiaca.<br />

Comunque, visto il luogo di ritrovamento, Catania, e il dialetto dorico, l'iscrizione<br />

sembrerebbe dell'epoca ellenistica, quando la koiné dorica si era stabilita a Catania (vd. cap.<br />

2.2.1). (La datazione del rilievo all'epoca ellenistica è stata proposta da Zuntz, che comunque<br />

non indica i suoi argomenti.) Libertini, secondo il quale l'esecuzione del rilievo non sembra<br />

antica abbastanza, ha inizialmente voluto risolvere il problema assumendo che si tratti di una<br />

copia dell'età imperiale. Comunque, le lettere sono piuttosto antiche (già A. Wilhelm, ap.<br />

Libertini 725, nota 4, le ha datate al IV secolo a. C.), anche se sono pochi i paralleli siciliani dei<br />

secoli IV-II. Manganaro, che preferisce parlare del "gusto atticizzante", ha datato l'iscrizione al<br />

III o II secolo a. C., che sembra la datazione corretta. Forse si potrebbe proporre che il rilievo<br />

stesso sia stato acquistato in Attica, ma l'iscrizione sia stata incisa a Catania, nel cui santuario

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