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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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72 Kalle Korhonen<br />

(Manganaro 1961, 195); anche il cippo funerario del medesimo è stato ritrovato (nr. 30).<br />

Dal punto di vista della costituzione della colonia, è interessante l'ara funeraria del<br />

duoviro Q. Atilius Q. f. Cla. Severus (17), dove viene specificato che il duoviro era stato eletto<br />

in base al voto popolare. Per quel che concerne l'integrazione dei catanesi alla cittadinanza<br />

romana, non conosciamo con certezza la condizione degli abitanti "indigeni" nel quadro della<br />

colonia. Mentre, secondo Cicerone, [M.] Antonius … fixit legem a dictatore comitiis latam, qua<br />

Siculi cives Romani nel 44 a. C. (Att. 14, 12, 1), sembra che Augusto revocasse la legge: in base<br />

ad altre testimonianze, non sembra che tutti i Siciliani di nascita libera avessero avuto la<br />

cittadinanza già negli anni Venti a. C. 295 In effetti, sembra che l'estensione della cittadinanza<br />

fosse graduale, per usare un'espressione di Sherwin White. 296 Troviamo dei catanesi iscritti<br />

in almeno tre tribù, la Claudia, la Palatina e la Quirina. 297 I pochissimi duoviri la cui tribù è<br />

nota erano iscritti nella Claudia. In base alle testimonianze, Kubitschek e Forni (cit. a n. 297)<br />

hanno pensato che la tribù prevalente dei catanesi fosse proprio la Claudia. Secondo<br />

Manganaro, invece, "si potrebbe pensare ad una prima immissione di coloni, inscritti nella<br />

Quirina, seguita … da una successiva di rincalzo, nella quale i nuovi coloni furono inscritti<br />

nella Claudia." 298 D'altra parte, Forni ha suggerito che l'appartenenza di molte città siciliane<br />

alla Claudia e alla Quirina "potrebbe suscitare l'impressione di una cittadinanza romana<br />

diffusasi generalmente in Sicilia soltanto a partire dalla metà del I secolo d. C." 299 I<br />

documenti epigrafici catanesi non contribuiscono a risolvere il problema; mancano, inoltre, le<br />

testimonianze sulla distribuzione del terreno ai coloni. 300<br />

È possibile che la colonia si chiamasse in un certo periodo colonia Iulia (Augusta ?)<br />

Pietas Catina. Ne dà testimonianza l'epigrafe urbana dedicata all'imperatore Adriano da una<br />

[coloni]a Iulia [Aug(usta) ? Pi]etas [---]na, e discussa da G. Alföldy. 301 Una delle colonie<br />

dedicanti possibili è appunto Catina, ed è, secondo Alföldy, l'alternativa più verosimile. Se si<br />

tratta di una dedica dei Catanesi, è comunque ignoto il motivo dell'omaggio.<br />

I duoviri attestati per Catania sono i seguenti:<br />

– Q. Atilius Q. f. Cla. Severus, praef. fabrum (17)<br />

– L. Caelius L. f. Cla. Macer (18-20, l'iscrizione inedita pubblicata al nr. 18)<br />

– C. Ofillius (---) (Manganaro 1989, 172 nr. 43 = AE 1989, 341m) 302<br />

– C. Ofillius (C. f.) Verus (come il precedente)<br />

– L. Rubrius Proculus (21), l'unico duoviro quinquennale noto.<br />

295 2<br />

Vd. Vittinghoff, cit. a n. 286, 71, 119 e A. N. Sherwin White, The Roman Citizenship, Oxford 1973 , 230-31, 341;<br />

cfr. Molé Ventura 1996, 190, con bibliografia ulteriore, ma senza concludere molto.<br />

296 Sherwin White, cit. a nota 295, 231: "instead of a wholesale grant Augustus permitted gradual extension of<br />

citizenship to the Sicilian communities, and fortified the process by the foundation of colonies".<br />

297 Vd. Manganaro 1988, 41, che aggiorna Kubitschek 1889, 130 e Forni 1980, 955. Per Quirina, c'è da aggiungere P.<br />

Iunius P. f. Quir. Servienus, Manganaro 1989, 176 nr. 50 (AE 1989, 341n). – Nella Papiria fu iscritto il soldato<br />

straniero M. Iulius M. f. Pap(iria) Sedatus Narb(one), l'epitaffio del quale è stato trovato a Catania (NSA 1897, 240<br />

= AE 1897, 132).<br />

298 Manganaro 1988, 42.<br />

299 Forni 1980, 951. Potrebbe illustrare questo fenomeno l'evergeta T. Flavius Ionius (vd. al nr. 30), ma è incerto se<br />

il personaggio fosse di libera nascita o un libertino (o discendente di un libertino).<br />

300 Sulla problematica, vd. ultimamente M. Tarpin, in Rome et l'intégration de l'Empire 44 av. J.-C. – 260 ap. J.-C. 2:<br />

Approches régionales du Haut-Empire romain, Paris 1998, 61-62.<br />

301 AE 1948, 91, cfr. G. Alföldy, Studi sull'epigrafia augustea e tiberiana di Roma (Vetera 8), Roma 1992, 147-54 (AE<br />

1992, 175a-b); ripubblicata recentemente come CIL VI 40516.<br />

302 La fonte è l'iscrizione onoraria di Grattia C. f. Paulla uxor C. Ofilli mater C. Ofill[i] Veri dumviralium.

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