L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

86 Kalle Korhonen
dotto soltanto dopo che l'indicazione dell'età diventò un elemento essenziale di un epitaffio.
Nella frase S2, il verbo è sempre poi°v nella forma dell'aoristo. Visto che l'oggetto del
verbo non viene mai specificato, non possiamo dire se si fa riferimento alla sola iscrizione o al
complesso del monumento funerario.
G4: (Invocazione +) S1 + S2
Negli esempi (xiii)-(xiv), la struttura di S2 è più o meno completa:
(xiii) Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw). / OÈrbanå zhs(en) th / d', m∞n(aw) w', ≤m°r(aw) ih': /
OÈrbikÚw ka‹ N`¤kh / gone›w t°knƒ glu/kutãtƒ §po¤h
s an. (140)
(xiv) Da¤mosi / xyon¤oiw. / Kail¤a ÑEortØ / §b¤vse th o': / Blãsth yugãthr / mhtr‹
eÈsebes/tãt˙ poise. (65)
Nella frase S2 di questi due esempi, la NPded consiste dei nomi e degli attributi dei dedicanti
(OÈrbikÚw ka‹ N¤kh, gone›w; Blãsth, yugãthr), e la NPdef dalle parole che descrivono i defunti
e dai loro epiteti (t°knƒ glukutãtƒ; mhtr‹ eÈsebestãt˙). La S2 è meno completa nei due
esempi seguenti:
(xv) Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw). / Murtãlh xrhsto/tãth zhsen th / l', m∞n(aw) g':
KornÆli/ow ÉAgayÆmerow sun/b¤ƒ eÈsebestãt˙ / §po¤hse. (73)
(xvi) ÉIoul¤a Ger[ma]/nå ≤ yeofilØw zh[sen] / th id', m∞(naw) ia', ≤(m°raw) ¢iÜe'(?):
ÉIo[Êli]/ ow G erma nÚw glukutã/t˙ y ugat r‹ §po¤h [sen.] (100)
Negli esempi (xv) e (xvi) l'omissione degli attributi dei dedicanti nella NPded è naturale,
perché così si evitano espressioni pleonastiche – non si voleva scrivere "sÊnbiow sunb¤ƒ" nel
(xv). Nel (xvi), visto che Iulius Germanus dedica l'epitaffio alla figlia, deve senz'altro essere il
padre. Quindi, gli esempi (xiii) e (xiv), in cui vengono usate altre parole appartenenti al
lessico delle relazioni di parentela, possono essere chiamati pleonastici. Gli esempi (xv) e (xvi)
sono notevoli per gli epiteti dei defunti nella S1.
Negli esempi seguenti, invece, la S2 non contiene la NPdef, per gli stessi motivi:
(xvii) T¤tow A‡liw Biktvre›now zhsen th iw', m∞new e', ≤m°raw iz': édelfo‹ / eÈsebe›w
§po¤hsan sÁn mhtr‹ §k t«n aÈtoË [---?] (52)
(xviii) [Y(eo›w)] K(ataxyon¤oiw). / [---]ow z[hsen] / t`[h -]z', m∞ne[w ---]: / §p[o¤h]sen aÈtoË
≤ / sÊ[mb]iow mnÆmhw / [x]ãrin. (155)
Nell'esempio (xvii), la VP della S2 contiene una frase preposizionale (§k t«n aÈtoË); nel (xviii),
una postposizionale (mnÆmhw xãrin). Sempre nell'esempio (xviii), la NPded contiene anche un
attributo al genitivo. Per quanto riguarda l'ordine degli elementi, nella S2 la VP è discontinua,
con il verbo all'inizio e la frase postposizionale alla fine.
Se i nomi dei dedicanti sono stati omessi nella S2, è necessario descrivere i dedicanti in
qualche altro modo. In questi casi, la NPdef può essere inclusa (xix, ufl“ eÈsebe›) o omessa
(xx):
(xix) Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw): / M(çrkow) Beicãniow / Fo›bow zhs(en) th / kw': patØr ka‹
mÆ/thr ufl“ eÈsebe›. (146)
(xx) Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw). / ÉIoul¤a Domit¤a zhsen / th z', m∞naw g', ≤m°raw e': / gone›w
§po¤hsan. (98)
(xxi) Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw). / Galãthw / zhse th / p': §po¤h/sen uflÚw / Primig°nhw. (90)