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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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52 Kalle Korhonen<br />

arrivato prima della morte di Gianfrancesco Paternò nel 1803, e quindi anche dopo la morte<br />

di Ignazio Biscari. Non vengono segnalati, invece, arrivi per il periodo posteriore. Mentre<br />

Ferrara indica in molti casi date di ritrovamento di epigrafi, l'unica data ottocentesca è il 1815.<br />

Non riguarda la collezione Biscari, ma un'iscrizione conservata all'epoca nella collezione di<br />

Ferrara stesso, IG XIV 465. 196 In ogni caso, dal suo silenzio riguardo a un'epigrafe vista più<br />

tardi da Mommsen, non si può concludere che sia arrivata nel museo nell'Ottocento (cfr.<br />

anche p. 60 sotto).<br />

Nei confronti della collezione dei Benedettini la situazione è completamente diversa.<br />

Qui Ferrara è piuttosto un successore di Torremuzza: vengono pubblicate le stesse iscrizioni<br />

che erano già state date dallo studioso settecentesco. È notevole che Ferrara non è la<br />

testimonianza più antica per nessuna iscrizione siciliana conservata nella collezione dei<br />

Benedettini. Non viene, inoltre, fuori alcun'iscrizione urbana nuova rispetto al corpus di<br />

Torremuzza, in cui ne mancano una ventina; vengono omesse anche le cento copie mancanti<br />

nell'opera di Torremuzza (cfr. p. 46). In molti casi può darsi che il Ferrara avesse preso i testi<br />

delle iscrizioni direttamente da Torremuzza. Tuttavia alcune epigrafi che nella Catana<br />

illustrata di Amico non appartenevano ancora alla collezione dei Benedettini, e furono<br />

pubblicate da Torremuzza in base al libro, vengono riportate da Ferrara come esistenti dai<br />

Benedettini, ed evidentemente controllate direttamente con le lapidi. 197 Talvolta Ferrara<br />

sembra descrivere iscrizioni in base ad autopsia. 198 Insomma, è evidente che lo storico sia<br />

andato talvolta anche nel Museo dei Benedettini per studiare le iscrizioni. Quindi,<br />

nell'edizione ho considerato le testimonianze di Ferrara in principio indipendenti, se il<br />

medesimo non ammette di averle prese dagli altri.<br />

Nell'opera di Ferrara le sezioni più importanti per l'epigrafia sono tra pp. 335 e 438,<br />

anche se alcune iscrizioni vengono discusse già nei capitoli precedenti. Lo storico segue una<br />

divisione in tre sezioni: iscrizioni trovate a Catania (pp. 335-86), "iscrizioni di vario genere che<br />

conservansi in Catania" (386-413), che comprende iscrizioni importate ma anche locali, e "altre<br />

iscrizioni sepolcrali latine" (413-38). Le iscrizioni non vengono presentate in un ordine<br />

particolare; la lettura dell'opera viene resa più difficoltosa dal costume di Ferrara, soprattutto<br />

nelle ultime sezioni, di distribuire le iscrizioni sulle pagine in un ordine che non è quello dei<br />

numeri. 199<br />

1.5.1.2. L'utilità dell'opera per stabilire la provenienza delle iscrizioni<br />

Per quel che concerne la provenienza delle iscrizioni, come nel caso di Torremuzza, anche<br />

nell'opera di Ferrara contano spesso più le sue espressioni poco accurate e le sue omissioni<br />

che le informazioni che dà direttamente. Per cominciare, sarà discussa la prima sezione. Il<br />

messaggio della parte introduttiva è chiaro: le iscrizioni incluse in essa sono state trovate a<br />

Catania (335-36). Dopo la prima parte (336-40), che contiene iscrizioni sacre e quelle pertinenti<br />

alla vita pubblica, seguono le sezioni delle iscrizioni sepolcrali [pagane] greche (340-55), latine<br />

196 Ferrara 1829, 342. L'iscrizione è finita a Palermo (IG Mus. Palermo 7).<br />

197 Così ad es. nr. 104 = CIL X 7074 e un frammento del nr. 118 = IG XIV 464.<br />

198 Ad es. nr. 51 = CIL X 7046: "in vece di punti vi sono segni di cuore che vagliono lo stesso" (p. 362); al nr. 173 =<br />

IG XIV 524 (pp. 366-67), le forme delle lettere vengono descritte accuratamente.<br />

199 Ad esempio, dalle pp. 426 a 428 le epigrafi seguono nell'ordine seguente (dall'alto in basso, una colonna a<br />

volta): 4, 5, 1, 3, 17, 15, 2, 21, 6, 16, 11, 10, 12, 20, 18, 14, 13, 9, 19, 7, 8.

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