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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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252 Kalle Korhonen<br />

persona dell'imperativo presente; è, inoltre, simile alla forma dell'imperativo aoristo di un<br />

verbo mediale nel greco moderno. 185 Quindi, il significato della clausola è: "che tu piaccia a<br />

Dio e a Cristo". – Datazione: IV-V secolo.<br />

174. Inv. 231 (Sala VI, 39). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea ricomposta da quattro frammenti, lievemente mutila a destra. Retro liscio, lato destro<br />

stondato per riutilizzo. Superficie consunta in basso. 19,5 x (38,5) x 2,5; alt. lett. 0,8-1,7. Forme delle<br />

lettere: alfa corsiveggiante; E; theta e omicron romboidali; M, j, TT , L¯; fi romboidale (?); W. Forma dei<br />

cristogrammi: XP; di quello sinistro si vede soltanto una parte del chi. 7: H sopra il M, per indicare<br />

abbreviazione. Punti per separare le cifre nella r. 7.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. L'iscrizione, segnalata nel Museo dei Benedettini a partire da<br />

Torremuzza, fu pubblicata tra le catanesi da Kaibel. Non può essere urbana. In base ai motivi<br />

onomastici, l'aspetto paleografico, e vista la presenza della lastra nel museo già ai tempi di Amico<br />

(vd. p. 12), la provenienza catanese è verosimile.<br />

ÜApasa gÇea ka‹ plato‹w éØr<br />

genò soi yãnate:<br />

§jap¤nhw mou tÚ br°fow ¥rpase[w: ∑]<br />

t¤w énãnkh; efi går §gÆra, oÈxe¤ son [∑n;]<br />

5 (chrismon) §genÆyh ı kÊriw ÉAgãyvn pr(Ú) ie' (chrismon?)<br />

kaland«n Noenbr¤vn ≤m°r& KrÒ[nou],<br />

zh(sen) m∞(naw) i', ép°yane pr(Ú) i[-?]' kaland«n Septenbr¤[vn]<br />

≤m°r& ÑHl¤ou: kur¤a ÉAgãyh efirÆnhn ÉAgã[yvni].<br />

IG XIV 525 (dagli autori anteriori). Torremuzza 1769 1 , 258 nr. 73; 1784 2 , 278 nr. 85 (da V. M. Amico; da Torremuzza,<br />

Ferrara 1829, 373); CIG 9475 (da K. O. Müller). Dalle IG: Leclercq 1910, 2521; IGCVO 1042; dalla lapide Agnello<br />

1953, 52 nr. 106, cfr. 105. – Cfr. Ferrua 1938, 68, 70; D. Feissel, BCH 105 (1981) 494-97 (BE 1982, 506; SEG XXXI 830).<br />

1: Lege platÊw, 2 gennò, 4 oÈx¤, 5 §gennÆyh. 3-4: ho adottato i supplementi di Kaibel. Le due righe formano<br />

un'esametro e l'inizio di un'altro, ma la fine è fuori metro. 7: Una lettera può essere erasa dopo pr(Ú) i, ma la cavità<br />

poteva essere nella lastra già nel momento dell'incisione. 8: ... ÑHl¤ou kuria(kª). égayØ efirÆnh pçsi Kaibel, ... Ñ<br />

Hl¤ou kuria(kª). égayØ efirÆnh{n} éga[yo›w] Agnello, Ferrua. L'interpretazione migliore fu proposta da Feissel<br />

(KURIA non è un'abbreviazione, ma va riferita ad ÉAgãyh).<br />

L'iscrizione presenta alcune particolarità, quali la fraseologia iniziale, l'inclusione della<br />

data di nascita del defunto e la clausola. Per la formula di lamentazione nelle rr. 3-4,<br />

parzialmente in esametri, Feissel ha trovato paralleli nell'Asia minore. La data di nascita è<br />

menzionata anche in due altre iscrizioni catanesi: nr. 167 (greca) e CIL X 7112 (latina). Nella<br />

clausola Feissel ha voluto interpretare la frase kur¤a ÉAgãyh come riferimento a S. Agata,<br />

mettendola in confronto soprattutto con IG XIV 592 = Ferrua 1941, 87-88 nr. 133 (Ustica) e il<br />

famoso epitaffio RQA 9 (1895) 299-308 = Agnello 1953 nr. 20 (Siracusa). Comunque, forse<br />

potrebbe trattarsi semplicemente della madre del piccolo defunto, che si è già lamentata nella<br />

parte iniziale dell'iscrizione, visto che anche il figlio viene qualificato kÊriow. – In base al<br />

confronto con le altre epigrafi con forme paleografiche romboidali, mi sembra che questa sia<br />

databile al IV secolo.<br />

185 Vd. ad es. NeoellhnikÆ GrammatikÆ (thw DhmotikÆw), Yessalon¤kh 1988, 327-33; Per casi analoghi nei papiri, vd.<br />

Mandilaras 1973, 290 § 669.

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